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"Stipendi, precariato e qualità dei servizi": lo sciopero del pubblico impiego

Operatori sanitari, impiegati degli enti locali e lavoratori del comparto dell'istruzione hanno chiesto il rinnovo del contratto nazionale e maggiore sicurezza in tempo di pandemia

LECCE – Braccia incrociate per rinvendicare il rinnovo dei contratti, nuove assunzioni e una modernizzazione totale della pubblica amministrazione. È andata così in scena questa mattina a Lecce, in via XXV luglio, la manifestazione dei lavoratori del pubblico impiego, guidata dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.

La sciopero ha coinvolto gli operatori sanitari, i dipendenti degli uffici pubblici e i lavoratori del comparto dell'istruzione: tutti i settori, quindi, fiaccati dal dilagante precariato e persino dalla scarsità dei dispositivi di sicurezza individuale in tempo di pandemia. Un vero paradosso per chi combatte in prima linea contro il Covid-19 e garantisce i servizi essenziali, lavorando a stretto contatto con il pubblico, ma non si sente adeguatamente protetto dal rischio di contagio.

Su tutto pesa la questione del rinnovo del contratto collettivo nazionale, come ha osservato Fiorella Fischetti di Fp Cgil Lecce: “Da febbraio aspettiamo di essere convocati dal ministro della Pubblica amministrazione per discutere con lei di stabilizzazione, lotta al precariato e nuove assunzioni: almeno 200mila persone, nei prossimi due anni, andranno in pensione e senza un adeguato ricambio svuoteremo gli enti locali e il comparto della sanità pubblica che si regge sui lavoratori a tempo determinato. Troppi operatori precari, oggi come oggi, possono aspirare solo ad una proroga in virtù della legge di bilancio. Il rinnovo del contratto collettivo, peraltro, è lo strumento che ci serve per modernizzare la pubblica amministrazione e migliorare la qualità dei servizi offerti ai cittadini”.

“Il contratto nazionale non è solo una questione di carattere economico – ha precisato Fabio Orsini di Cisl Pf - ma anche e soprattutto di carattere normativo: il contratto è fermo a 12 anni fa dal punto di vista della qualificazione del personale e rinnovarlo è di cruciale importanza. A chi contesta la manifestazione, in virtù dell'emergenza che sta scuotendo il Paese, noi rispondiamo dicendo che questo è momento giusto per protestare e rivendicare migliori condizioni di lavoro e salari adeguati ai dipendenti pubblici, ai medici e agli infermieri che sono in prima linea contro la pandemia”.

Antonio Tarantino (Uil Fpl) ha puntato il dito contro gli scarsi investimenti sul comparto della sanità pubblica: “Uno stanziamento di appena 9 miliardi di euro non solo è insufficiente, ma sembra una presa in giro per gli operatori innanzitutto, ma anche per i cittadini che meritano servizi di qualità e risposte certe, efficaci e tempestive”.

“L'emergenza da Covid-19 ha scoperchiato il vaso di Pandora e ha fatto capire la necessità di investire sull'efficienza, sul rinnovo tecnologico ma anche sulle giuste retribuizioni con una politica salariale del pubblico impiego adeguata, dopo 12 anni di mancati rinnovi”, ha concluso il sindacalista.

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