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Martedì, 23 Aprile 2024
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Studio dei raggi cosmici: il contributo di Unisalento al progetto Dampe

Tra gli oltre cento fisici e ingegneri coinvolti nell'esperimento anche esperti dell'ateneo leccese. Nel 2015 l'Agenzia spaziale cinese ha mandato in orbita un satellite

LECCE - I risultati che sta ottenendo l'esperimento Dampe sullo studio dei raggi cosmici stanno provocando un grande interesse nella comunità scientifica.

Dampe, che sta per DArk Matter Particle Explorer, è un satellite lanciato in orbita alla fine del 2015 dall'Agenzia spaziale cinese. Il progetto che ne è alla base è fondato sulla collaborazione internazionale: sono oltre 100 i fisici e gli ingegneri coinvolti (nella foto, sotto, durante un soggiorno a Lecce). Vi partecipano l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), cinque tra università ed enti di ricerca cinesi, tutti collegati all’Accademia Sinica (Chinese Academy of Science), le Università del Salento, di Bari, Ginevra, Perugia e il Gran Sasso Science Institute.

Nell'ultimo numero della rivista scientifica "Prl - Physical Review Letters" è stato pubblicato un articolo che riporta la misura diretta del flusso dei nuclei di elio nei raggi cosmici fino a energie di 80 tera-elettronvolt. Si tratta della prima volta che una misurazione di questo tipo raggiunge tale limite di accuratezza a energie così alte. Importante è stato il contributo di Margherita Di Santo, che a febbraio ha conseguito il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Matematica e Fisica "Ennio De Giorgi" dell'ateneo leccese. La tesi era proprio sull'analisi dei dati di Dampe sul flusso di elio. La ricerca è stata supervisionata da Antonio Surdo della sezione di Lecce dell'Istituto nazionale di fisica nucleare e Giovanni Marsella che afferisce al dipartimento intitolato all'illustre matematico.

All’attività di Dampe in UniSalento contribuiscono anche il docente Paolo Bernardini, coordinatore del gruppo di lavoro elvetico-italo-cinese, e i ricercatori Francesco de Palma e Antonio De Benedittis: "In oltre cinque anni Dampe ha raccolto una gran mole di dati di valore scientifico", ha spiegato il professor Bernardini -. L’odierno articolo sull’elio nei raggi cosmici è stato preceduto da due altre fondamentali pubblicazioni sul flusso di elettroni e positroni (Nature 552, 2017) e su quello dei protoni (Science Advances 5, 2019). Questi articoli hanno generato grande interesse nella comunità scientifica, perché misure tanto accurate permettono di verificare la validità dei modelli sulla generazione dei raggi cosmici e sulla loro diffusione nella galassia".

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