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Tap: "Fiducia nel lavoro dei magistrati". I dubbi su elementi nocivi

Dalla società filtrano parole di rispetto per la nuova iniziativa giudiziaria. Determinante un esposto del Comune di Melendugno sullo sforamento di alcuni parametri nella falda del cantiere di San Basilio

LECCE- Massima fiducia nell'esito dell'inchiesta.Così Tap commenta l'iniziativa del nucleo operativo ecologico dei carabinieri che, su disposizione della procura della Repubblica di Lecce, ha portato alle perquisizioni delle sedi aziendali in tre province e al sequestro di documenti presso un laboratorio di analisi di Padova che si occupa, per conto della multinazionale, dei campionamenti e dei sondaggi di tipo ambientale. Tap ha fatto sapere di aver prestato la massima collaborazione nei confronti dei militari. Null'altro trapela dai piani alti della società. 

Questo terzo filone d'inchiesta - gli altri riguardano il terminale di ricezione del gas in località Masseria del Capitano, in relazione all'eventuale applicabilità della normativa Seveso (entro il 18 è atteso il deposito della perizia disposta dalla procura) e presunte irregolarità nell'area "Le Paesane" dove sono stati espiantati centinaia di ulivi - è nato dopo un esposto del Comune di Melendugno quando si è aperto il tavolo tecnico che si è svolto presso la Provincia di Lecce sul superamento della soglia limite prevista per alcuni elementi nocivi.

In quella sede la stessa Tap documentò lo sforamento di alcuni paramentri, tra cui quelli del cromo esavalente (rilevato con il piezometro 7), il nichel (rilevato con il piezometro 9 e 10), l'arsenico (piezometro 9).  La società aveva spiegato che i superamenti della soglia erano precedenti l'avvio dei lavori nel cantiere di San Basilio, dove è stato realizzato il pozzo di spinta per la talpa meccanica con la quale si vuol realizzare il tunnel del gasdotto fino al punto di uscita nel mare di San Foca.

I tecnici che assistono l'amministrazione comunale per tutta la parte tecnico-scientifica della questione non si ritennero però per nulla soddisfatti di come Tap stesse monitorando la situazione. Per questo motivo il 24 luglio il sindaco Marco Potì emise un'ordinanza per il divieto di emunigimento dell'acqua nell'area di San Basilio e, di conseguenza, l'inibizione a procedere con le opere. Il provvedimento, che per sua natura ha durata di 30 giorni, è stato reiterato due volte, a settembre e a ottobre, mentre Tap lo ha impugnato davanti al Tar del Lazio. Proprio ieri, la terza sezione ha ordinato ad Arpa Puglia di depositare entro dieci giorni "circostanziata e documentata relazione riferita agli accertamenti eseguiti e portati a termine inerenti alle concentrazioni della soglia di contaminazione". i giudici hanno quindi fissato al 5 dicembre l'udienza in camera di consiglio per discutere della domanda di sospensione presentata dalla società in via cautelare.

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