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Tar rigetta la richiesta del prefetto: “Nel divieto di trasferta intento punitivo”

La giustizia amministrativa lombarda conferma la decisione di sospendere l'efficacia del decreto che aveva annullato la vendita dei biglietti per Inter-Lecce ai residenti nel capoluogo salentino e provincia. Dalle motivazioni emerge che per i fatti di Bergamo sono in arrivo i primi Daspo

LECCE - A San Siro ci saranno tutti i tifosi di Lecce e provincia che hanno deciso di seguire la squadra giallorossa per la partita contro l'Inter, almeno coloro che nei giorni scorsi non hanno annullato viaggio e prenotazioni, facendosi anche rimborsare il biglietto già acquistato. Il Tar Lombardia ha, infatti, posto la parola fine alla vicenda che per tutta la settimana ha tenuto in apprensione i tanti sostenitori che si erano da tempo organizzati per la trasferta. 

Lunedì il prefetto di Milano, su raccomandazione del Comitato per la sicurezza nelle manifestazioni sportive, aveva disposto il divieto di vendita dei biglietti ai residenti a Lecce e provincia, motivando la decisione con il timore di nuovi atti di violenza dopo quelli verificatisi a latere di Atalanta-Lecce del 19 febbraio. Il Tribunale amministrativo della Lombardia ha però sospeso l'efficacia di quel provvedimento, accogliendo la richiesta cautelare avanzata dall'Us Lecce e da una manciata di tifosi. Poche ore dopo, tuttavia, la prefettura del capoluogo lombardo, sulla scorta di un documento dalla Digos di Bergamo, aveva sollecitato il Tar a revocare il decreto di sospensione poco prima pubblicato. 

Questa mattina, da una nota del club salentino, si è appresa la notizia del rigetto della richiesta prefettizia, con una motivazione nella quale si legge che il divieto di vendita dei biglietti disposto, "risalendo da un episodio circoscritto e circostanziato nell'ambito di una diversa manifestazione sportiva (Atalanta - Lecce) ne fa conseguire un pericolo di scontri violenti nella partita tra il Lecce e l'Internazionale, laddove la stessa logica seguita condurrebbe alla inammissibile conclusione di ritenere la tifoseria del Lecce pericolosa in quanto tale e non in relazione alle sole circostanze nelle quali sono avvenute gli scontri".

Il Tar spiega anche che "la non rispondenza del decreto prefettizio ad una dimostrata esigenza di prevenzione, manifesta un sostanziale e celato intento punitivo realizzato secondo canoni non conformi alle regole e comunque espressione di sviamento ". Infine, un passaggio sul documento della questura bergamasca che avrebbe dovuto indurre la giustizia amministrativa a revocare la sospesione del divieto: "la denuncia a carico di alcuni tifosi del Lecce per i quali la questura di Bergamo sta procedendo al vaglio dell'adozione di divieti di accesso a manifestazione sportive non è elemento che giustifichi il provvedimento prefettizio, ma costituisce sintomo di incongruità del medesimo, volto a colpire l'intera tifoseria del Lecce e non soltanto per gli ipotetici responsabili degli illeciti". 

La questione dei rimborsi

Alcune informazioni tecniche, necessarie per non confondere ulteriormente i tifosi dopo tale susseguirsi di provvedimenti, sono state fornite dal presidente dell'Us Lecce, Saverio Sticchi Damiani, che ha parlato prima della consueta conferenza stampa di mister Baroni, quella della vigilia della partita: i biglietti venduti ai residenti in provincia di Lecce risultano essere 4.361 (la capienza massima del settore) e 838 sono i tagliandi per i quali è stato chiesto il rimborso dopo le 14 dell'1 marzo: non essendo state ancora attivate le relative operazioni di rimborso, il titolo di accesso al settore Ospiti resta pienamente valido. Non così per i 345 possessori di biglietti che, avendo presentato richiesta entro le 14, si sono visti annullare il loro titolo di accesso allo stadio, come conferma la mail ricevuta dal circuito Vivaticket con la quale si accorda il rimborso. Poi il presidente ha rivolto un appello ai tifosi (se ne riferisce qui).

Non ci saranno comunque gli Ultrà Lecce

Intato il gruppo Ultrà Lecce aveva già fatto circolare sui social la posizione maturata in merito a tutta la vicenda. “Siamo abituati ai divieti ma non accettiamo le prese in giro, consapevoli che, in casi come questo, la tempistica subdola e non casuale di uno ‘sblocco’ tardivo pesa come una trasferta vietata con congruo anticipo”, recita il comunicato degli ultras leccesi nel quale si fa presente anche che le agenzie di noleggio solitamente utilizzate per reperire i mezzi necessari alla trasferta sarebbero state contattate dalle autorità di pubblica sicurezza perché non diano corso a eventuali richieste dei tifosi.

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