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Tasse universitarie: la revisione al rialzo produce due forti spaccature

Il sindacato Udu attacca Link Lecce per aver garantito il numero legale della seduta del Cda. Il rettore spiega i margini delle modifiche apportate e aggiunge: "Il nostro ateneo ha il livello più basso di tassazione"

LECCE - In ateneo non tira una gran bella aria in questi giorni: le accese discussioni sulla revisione al rialzo del sistema della tassazione universitaria e le decisioni finali da parte del Consiglio di amministrazione, hanno creato una forte spaccatura tra sindacati studenteschi e, in particolare, tra uno di questi, l'Udu, e la governance di Unisalento. 

Dopo una ipotesi di mediazione che sembrava essere stata condivisa in Commissione Bilancio prima e in Senato Accademico poi - questa la forte accusa da parte di Udu - l'Università ha tirato sostanzialmente dritto, approvando l'impianto generale della proposta originaria che aveva incontrato la resistenza di una parte della rappresentanza studentesca. In pratica gli aumenti vanno a incidere sulla popolazione universitaria con una condizione economica tra i 25 e i 40mila euro (secondo l'Isee) e, soprattutto, su quella che appartiene alla fascia più alta, oltre i 50mila euro. Penalizzante anche la condizione di fuori corso. Resta confermata la perimetrazione della cosiddetta no tax area, quella fino a 25mila euro.

Il rettore, Fabio Pollice, si è incaricato di spiegrare le modifiche, nel tentativo di placare gli animi: In sintesi, se al di sotto dei 25mila euro lo studente non avrà alcun aumento contributivo, uno studente con Isee di 30mila euro avrà un incremento delle tasse pari a 180 euro all’anno, che si ridurranno a 90 euro se meritevole. Con un Isee di 40mila euro, lo studente avrà un incremento massimo di 300 euro all’anno, che si ridurranno a 150 euro se meritevole. Il pagamento delle tasse – è bene ricordarlo – avviene in tre distinte rate, distribuite nell’anno accademico per non pesare in maniera significativamente sui bilanci familiari".

Lorenzo D'Amico, consigliere di amministrazione per Udu, ha attaccato frontalmente la strategia dell'ateneo: "L’Università del Salento ha avuto la possibilità di approvare un modello di tassazione valido, in  grado di consentire le entrate economiche necessarie, ma allo stesso tempo, che permettesse di  salvaguardare le fasce più deboli della popolazione studentesca.  In questo momento, però, decide - e lo fa consapevolmente - di scegliere una posizione politica  differente, della quale dovrà assumersi la responsabilità. Confermando di non avere minimamente a cuore il capitale umano che la compone, sta scegliendo di trattare i propri studenti e le proprie studentesse unicamente come soggetti da spremere  economicamente al fine di trarne il maggior profitto possibile, ignorando l'intenso lavoro svolto per  giungere ad una proposta condivisa all'unanimità, fatta eccezione di una sola compagine  studentesca, al fronte delle tre presenti in senato accademico".

D'Amico ha voluto anche sottolineare come, alla sua decisione di abbandonare la seduta del Cda non si sia associato il rappresentante di un altro sindacato, Link Lecce e che, perciò, non sia venuto meno il numero legale: "Ancora una volta ci troviamo ad essere delusi dalla mancanza di collaborazione, coesione e sostegno da parte di Link Lecce, che avrebbe potuto mandare un segnale forte alla governance e, sostenendoci nella nostra posizione di abbandonare la seduta, avrebbe potuto consentire di  fermare i lavori dell'organo e bloccare questa disdicevole manovra operata dal rettore e dalla sua governance.

Da parte di Pollice è venuta anche una contestualizzazione della vicenda: "Non dobbiamo dimenticare che il nostro è l’ateneo con il più basso livello di tassazione in Italia, più basso anche con riferimento alle università dell’intorno geografico. Nel confronto con queste università il livello di tassazione, a seguito dell’applicazione degli incrementi appena descritti, rimarrà comunque più basso di circa il 40 per cento, e l’impegno è mantenere l’Università del Salento nel cluster degli atenei italiani con il più basso livello di tassazione. L’incremento delle entrate, oltre a garantire la sostenibilità finanziaria dell’ateneo, verrà utilizzato anche per migliorare la qualità dei servizi offerti e introdurne di nuovi. Voglio citare, in particolare, l’introduzione dei corsi sulle soft skills e sull’imprenditorialità, che saranno trasversali a tutti i corsi di laurea, e le attività per migliorare le prospettive occupazionali dei nostri laureati, tra le quali il finanziamento di tirocini extracurriculari. Si tratta di azioni di grande importanza, considerato che uno dei fattori che maggiormente penalizzano il nostro Ateneo deriva proprio dalle difficoltà occupazionali che incontrano i nostri laureati".

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