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Tesori svelati e soccorsi in mare con i droni. A Gallipoli il summit dei robot

Tra un mese nella città bella il Sea Drone Tech Summit 2018 per approfondire le tecniche di utilizzo dei sistemi teleguidati

GALLIPOLI - Manca ormai un mese esatto all’inaugurazione del “Sea Drone Tech Summit 2018”, il primo congresso su droni e robot per impiego marino e subacqueo, che si svolgerà dal 16 al 17 novembre in quel di Gallipoli. Ed una flotta di droni subacquei si prepara ad esplorare le profondità di mari e, anche molto più in là, degli oceani. Numerose sono già le adesioni comunicate dall’associazione Ifimedia, promotrice dell’evento che è organizzato da Mediarkè, in collaborazione con Roma Drone Campus. Il congresso ha già ricevuto i patrocini dei ministeri della Difesa e dello Sviluppo Economico, di Regione Puglia, Comune di Gallipoli, Cnr, Enea, diverse Università (Salento, Palermo, Roma Sapienza, Verona, Firenze), il Corpo nazionale dei vigili del fuoco e anche molte aziende specializzate italiane. Un tuffo nel mondo dei droni utilizzati per il controllo delle acque e per il monitoraggio delle strutture subacquee, dei sistemi robotici per l’esplorazione delle profondità marine e delle aree archeologiche sommerse e anche di imbarcazioni senza equipaggio per il soccorso in mare o il trasporto di merci. Dopo il boom dei droni aerei, anche in Italia si moltiplicano i progetti di nuovi robot per impiego in mare e nei laghi, come pure nei bacini idrici e nei grandi fiumi. Un mercato in rapida crescita, che vede già all’opera numerosi centri di ricerca, università e aziende specializzate. I maggiori esperti italiani di questo settore si daranno appuntamento in occasione del summit previsto nella città bella che si preannuncia, già nelle premesse, molto accattivante e suggestivo.

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Il programma di massima prevede venerdì 16 novembre una cerimonia inaugurale con la presenza di istituzioni locali e nazionali, a cui seguiranno tre sessioni: la prima sarà dedicata a droni e robot sottomarini, la seconda ai droni navali di superficie, mentre la terza ai droni aerei per impieghi marini. Si svolgeranno anche dimostrazioni operative dei vari mezzi, in vasca e in mare, quest’ultime sabato 17 presso il Circolo della Vela di Gallipoli. Per la parte congressuale, relatori e partecipanti saranno invece ospitati presso l’ecoresort Le Sirenè e l’hotel Bellavista Club, official supplier dell’evento. La partecipazione è gratuita ed è riservata ai professionisti del settore, previa registrazione online su www.seadrone.it. “Sarà il primo evento italiano sui sea drone e sulle loro applicazioni” spiega l’organizzatore Luciano Castro, “e ci consentirà di fare il punto sullo sviluppo e sulle prospettive di questa nuova tecnologia in Italia. Saranno presentati droni sottomarini di vario tipo, ad esempio per la mappatura dei fondali, per l’esplorazione di navi naufragate, per la bonifica dei porti e per la manutenzione di condotte o di piattaforme offshore, ma anche droni navali per il soccorso rapido in mare e per la sorveglianza di coste, laghi e bacini”.

Droni-sub: i robot per esplorare fondali e abissi

Una flotta di droni subacquei si prepara ad esplorare le profondità del mare ionico e saranno presenti al congresso“Sea Drone Tech Summit 2018” di Gallipoli. Il tutto per illustrare le missioni possibili in profondità a caccia, o pesca se si preferisce per restare in tema marinaresco, di relitti e antiche civiltà. Sono sempre più in ascesa infatti i progetti per la costruzione dei sofisticati robot marini, in grado di raggiungere fondali inesplorati e di documentare con telecamere e sensori l’ambiente sommerso, come anche relitti affondati o testimonianze di antiche civiltà.  Rover marini telecomandati, ad esempio, sono stati utilizzati recentemente da una nave della marina militare per ritrovare il sommergibile “Guglielmotti”, affondato durante la Prima Guerra Mondiale a largo dell’isola di Capraia, o dal Cnr per misurare i parametri ambientali sottomarini nelle isole Svalbard nell’Artico norvegese. Tutte le più recenti innovazioni in questo settore saranno presentate al Sea Drone Tech Summit. “Queste macchine stanno rivoluzionando le ricerche negli abissi marini e oceanici” spiega sempre Luciano Castro “basti pensare che solo l’Italia possiede oltre 7mila chilometri di coste e oltre mille siti archeologici sommersi conosciuti. Un patrimonio che andrà esplorato, studiato e tutelato anche grazie a droni e robot capaci di immergersi ed operare a lungo a profondità inaccessibili all’uomo”.

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Ambiente, dighe e tubature. E ausilio nei naufragi    

L’impiego in mare di sistemi autonomi o teleguidati si sta diffondendo rapidamente. Possono essere utilizzati, infatti, per il controllo di tubature o strutture sottomarine, per il monitoraggio dell’ecosistema sommerso, per la mappatura dettagliata delle aree portuali e dei fondali e per l’esplorazione di siti archeologici, come imbarcazioni affondate o vestigia di antichi porti o città. Non mancano poi le applicazioni nel settore della sicurezza e del soccorso, ad esempio per fornire dati in caso di naufragi (furono molto utilizzati anche nella tragica vicenda della Costa Concordia), o in campo militare. Oltre che in mare, questi droni e robot posso naturalmente operare pure in altri generi di bacini, ad esempio per il controllo dell’inquinamento dei fiumi, per le verifiche strutturali delle dighe e addirittura per individuare le perdite all’interno di grandi tubature sotterranee per la distribuzione dell’acqua. “Al nostro evento parteciperanno i maggiori esperti italiani in questo settore, tra cui rappresentanti di forze armate, corpi armati dello Stato, Università, Enea, Cnr e anche molte aziende specializzate”, conferma Castro “sarà un vero e proprio summit nazionale, che consentirà di fare il punto su questa nuova tecnologia, di creare nuove partnership e di dare visibilità ad un comparto tecnologico d’eccellenza finora poco conosciuto dalla collettività”.

Drone-bagnino: lancia salvagente e canotti

Un bagnante in difficoltà? Dalla spiaggia decolla prontamente un piccolo drone che trasporta un salvagente e lo lancia in prossimità della persona che chiede aiuto. E’ questo lo scenario a cui, sempre più spesso, si potrà assistere nell’immediato futuro lungo le nostre coste, soprattutto nel periodo delle vacanze estive. Dopo le prime sperimentazioni, infatti, l’uso dei droni per il soccorso in mare si sta diffondendo molto rapidamente, tanto che anche la Capitaneria di Porto ne ha auspicato l’adozione da parte dei Comuni costieri e degli stabilimenti balneari. Anche i nuovi progetti italiani di “droni-bagnino” saranno presentati a novembre al Sea Drone Tech Summit di Gallipoli. “In tutto il mondo si stanno studiando sofisticati sistemi a pilotaggio remoto specializzati nel soccorso in mare”, spiega Luciano Castro “l’uso di queste tecnologie, infatti, consente di accelerare i tempi dell’intervento e, in caso di condizioni meteo marine particolarmente avverse, di limitare il rischio per il personale di soccorso”.

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Oltre al piccolo multirotore capace di sganciare uno o più salvagenti, è già allo studio anche un grosso drone in grado di trasportare addirittura un canotto gonfiabile ed utilizzabile, ad esempio, in caso di naufragio. Lo stesso drone potrebbe essere impiegato, in futuro, anche per prelevare una persona dal mare o da una nave e portarla in volo sulla terraferma. Altra novità sono i “droni-scialuppa”, piccole imbarcazioni senza equipaggio progettate per il soccorso anche con il mare grosso. Ci sono vari progetti in itinere: dalla boa galleggiante radiocomandata e dotata di un sistema di propulsione a getto, capace di portare in salvo otto persone, fino al natante delle dimensioni di una motovedetta utilizzabile per la ricerca ed il soccorso di naufraghi, ma anche in altre missioni come la sicurezza marittima, il controllo delle coste e il monitoraggio dell’inquinamento delle acque. “Anche il nostro Paese è in prima linea nello sviluppo di questi nuovi sistemi, che saranno sempre più utilizzati nelle attività di soccorso in mare”, ha concluso Castro, “in occasione del congresso a Gallipoli, intendiamo perciò fare il punto su questa tecnologia per favorirne la diffusione, visto che può contribuire al salvataggio di vite in pericolo”.

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