Nuove linee urbane dei bus: il primo test, tra lamentele e incoraggiamenti
Con la R11 dal Castello all'ospedale, con la R8 fino in stazione e, infine, con la M1 al City Terminal: un primo giro per verificare la reazione di utenti e operatori alle modifiche operative dal 12 giugno. In attesa del vero banco di prova, a settembre
LECCE – Il vero banco di prova per il sistema urbano dei trasporti, arriverà a settembre, con la ripresa dell’attività scolastica. Ridisegnato come una rete di metropolitana, non solo graficamente ma come logica di funzionamento, è operativo da domenica scorsa. Per toccare con mano la reazione dell’utenza al cambiamento, ma anche le impressioni degli autisti che con i passeggeri abituali hanno un rapporto diretto, di conoscenza dettata dalle abitudini, abbiamo proposto all'assessore alla Mobilità, Marco De Matteis, di fare un giro con noi (nella foto, sotto). All'appuntamento arriva in bus, con puntualità.
Si parte dalla strada, dunque, e non dai social. Il percorso è stato articolato su tre linee, con partenza alle 8.30 con la R11 dal Castello al “Vito Fazzi”; quindi R8 dall’ospedale in stazione e, per concludere, M1 fino al City Terminal. La scelta è stata dettata dalla rilevanza dei punti interessati, il centro città, la struttura sanitaria di riferimento dell’intero territorio, l’ex Foro Boario, area di sosta dei bus turistici e capolinea di molte linee suburbane: per la casa circondariale (S12), per il campus Ecotekne (S13), per Giorgilorio (S14), per Torre Chianca (S18), per Frigole (S17), per Torre Rinalda (S19), per l’istituto agrario Columella (AG, linea scolastica).
Sul primo bus ci sono quattro utenti, oltre noi: uno riconosce l’assessore e dichiara il suo apprezzamento per la razionalizzazione del percorso che si conclude in circa 9 minuti, passando da viale Lo Re, via dei Ferrari, via Gino Rizzo in condizioni di traffico ottimali. La 24, dice l’utente, faceva tutto un giro. Sarà che per oggi è attesa la nascita di suo figlio, ma il primo feedback è positivo.
Una decina di minuti dopo, alle 8.53, si riparte, dalla fermata dell’ospedale dove transita la R8 (r sta per radiale): in cinque scendono, in quattro saliamo a bordo. Anche in questo caso il percorso è più lineare e breve del precedente, circostanza che riduce anche la probabilità di accumulare ritardo anche nelle ore di punta. Il mezzo giunge puntuale alle 9.05 in stazione. Nel giro di 9 minuti prendiamo la M1 diretta al City Terminal (la linea portante): cinque passeggeri subito, altri tre alla fermata di viale Gallipoli. L’utenza è fortemente rappresentativa di quella abituale: sono anziani, qualche giovane universitario, cittadini extracomunitari. Categorie che di solito non hanno un mezzo privato a disposizione, per le quali il trasporto pubblico è una forma di welfare. È in questa ultima tratta che la situazione si fa più effervescente: ironia della sorte tra i passeggeri c’è proprio una cittadina che chiede con insistenza all'assessore il ripristino delle fermate della R8 via San Pietro in Lama e che lamenta, più in generale, il fatto di dover fare troppi cambi. Minaccia anche di non fare più l’abbonamento.
Alle rimostranze della signora si uniscono quelle di un’altra donna, più o meno coetanea, disorientata dalla nuova organizzazione: sono cambiati anche i nomi delle linee. De Matteis ascolta, incassa le sollecitazioni, poi cerca di spiegarsi: il servizio bus, fa presente, deve mettere insieme le esigenze di tutte l'utenza non è un servizio a chiamata. Una turista, salita con due amiche, ascolta con interesse il confronto tra un amministratore e uan cittadina e annuisce. Un’altra passeggera, più giovane delle altre, poco prima di scendere al capolinea del City Terminal si dichiara invece soddisfatta del servizio per come modificato.
Per agevolare la transizione del vecchio al nuovo sistema sono in distribuzione 30mila nuove mappe cartacee, mentre le fermate sono state dotate delle informazioni necessarie, con tabelle degli orari, percorsi e combinazioni possibili (nella foto, sopra). Molte sono state fatte ex novo. Anche il sito di Sgm (l'azienda dei trasporti) mostra dei miglioramenti: dopo un lungo periodo di stagnazione, è diventato ragionevolmente più chiaro e fruibile, in attesa della nuova piattaforma che renderà più agevole, per esempio, la consultazione della mappa e degli orari (ora scaricabili in Pdf).
Sarebbe pretenzioso trarre delle conclusioni dopo un primo giro, ma è emerso abbastanza chiaramente che la perplessità verso il cambiamento nasce quasi sempre da una condizione anagrafica: le persone più in là con l’età sono quelle che, generalmente, fanno più fatica a metabolizzare le novità. E chi si è ritrovato, da un giorno all’altro, senza la fermata più vicina alla propria abitazione non può certo esserne felice. È comprensibile. L’ascolto di queste segnalazioni, del resto, può portare all’adozione di correttivi.
Appare ben indirizzata però la logica complessiva dell’operazione che è stata varata a parità di chilometraggio: sostituire le lunghe percorrenze, spesso anche arzigogolate, con tragitti lineari convergenti su punti di scambio (City Terminal, Costa, Porta Napoli, Castello) è una scelta razionale, lasciando alle linee C2 e C3 la copertura della circonvallazione e dei viali storici.
Altra questione rilevante ai fini di un migliore funzionamento del servizio di trasporto pubblico locale è la frequenza delle corse: per alcune linee (M1, S13 (City Terminal – Ecotekne/Fiorini) è buona (15 minuti) mentre per le altre i passaggi si succedono ogni 30/40 minuti. La soluzione di questo nodo è legata alla dotazione finanziaria, da parte della Regione, di ulteriori 900mila chilometri, contestualmente alla pubblicizzazione integrale di Sgm (ora per il 49 percento privata) che l’amministrazione comunale ha annunciato.
Il test delle nuove linee del trasporto pubblico locale proseguirà con le linee destinate al quartiere Stadio e alla marina di San Cataldo.