Forme di “disobbedienza civile”: un cinema lancia l’hashtag #iorestoaperto
L’iniziativa del titolare del multisala di Taviano: ha deciso di aprire regolarmente i battenti alle 17, nonostante il Dpcm. “Oggi contattato dalla questura: se chiusura forzata, impugnerò i provvedimenti davanti al Tar”
TAVIANO – L’hashtag “#iorestoaperto” circola già da diverse ore, quelle successive al nuovo Decreto della presidenza del consiglio dei ministri che dispone, tra le altre, la chiusura delle sale cinematografiche e teatrali come forma di contenimento della diffusione del virus Covid-19. Lo ha coniato Antonio Mosticchio, titolare del Multiplex Teatro Fasano di Taviano, storico cinema del basso Salento.
Davanti alle disposizioni del 24 ottobre e valide per un mese - salvo nuove, più urgenti misure – la direzione del cinema ha optato per una forma di “disobbedienza civile”. Il cinema resta dunque aperto, con una motivazione che i titolari hanno pubblicato direttamente sulla propria pagina Facebook: “Non esistono evidenze scientifiche di focolai dovuti a cinema e teatri, che da sempre sono stati i luoghi più sicuri in quanto garantiscono il mantenimento della distanza di sicurezza, l'uso delle mascherine, il continuo ricambio di aria e la sanificazione dei posti a sedere”.
La sala, come dichiarato dalla direzione, resterà fruibile “fino a quando non vi sarà una chiusura fisica forzata. Resteremo aperti, perché in questo momento storico il cinema è più che mai anche una forma di evasione e di arte che garantisce intrattenimento e un apporto terapeutico in un periodo di forte stress psicologico. Invitiamo anche tutti gli altri esercenti a seguirci in questa forma di protesta e disobbedienza civile. E invitiamo tutti i nostri amici e spettatori a diffondere e condividere l'hashtag #iorestoaperto”, scrivono dalla direzione.
Nella mattinata di oggi, intanto, Mosticchio è stato contattao dagli uffici della questura del capoluogo salentino, i cui funzionari gli hanno chiesto se si trattasse o meno di una semplice provocazione. "La mia non è una sommossa, ma un disappunto e una forma di protesta pacifica a quanto stabilito dal decreto. Nei mesi del lockdown, da marzo in poi, ci ho rimesso circa 60mila euro. Ogni mese, peraltro, ho sostenuto spese fisse di 4mila e 700 euro solo per affitto e mutuo. Dallo Stato ho ricevuto 3mila e 560 euro a fondo perduto. Per cui, alle 17,15 di oggi, aprirò regolarmente. Non lo so chi si presenterà, ma dovessero chiudere il cinema forzatamente, impugnerò il provvedimento davanti al Tar".