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Disinnesco dell'ordigno bellico: per i noti bronzi di Brindisi trasferimento a Lecce

In corso le procedure per il trasferimento temporaneo del Principe e di altre preziose opere d’arte, dal museo Ribezzo nelle sale della Soprintendenza

LECCE- “Per me le opere d’arte sono come le persone per la protezione civile”: con questa affermazione la soprintendente Maria Piccarreta ha preannunciato le operazioni per il trasferimento dei bronzi dal museo Ribezzo di Brindisi in una delle sale della sede della Soprintendenza, a Lecce.

La procedura per il disinnesco dell’ordigno bellico rinvenuto nella giornata del 2 novembre durante i lavori di scavo nell'area adiacente ai parcheggi della multisala Andromeda di Brindisi, ha indotto il prefetto di Brindisi, Umberto Guidato, a emanere un'ordinanza per l’evacuazione di circa 55mila brindisini. Con tutto quello che ne consegue in termini logistici e di sicurezza.

“Il museo Ribezzo rientra nell’area di rischio che è stata delimitata in circa 1600 metri dal punto del rinvenimento dell’ordigno” ha spiegato la Piccarreta. “E si è ritenuto necessario, quindi, salvaguardare un patrimonio così eccezionale e prezioso, spostandolo dal museo e portandolo, in una delle sedi della Soprintendenza”. La soprintendente, tuttavia, ha rassicurato che appena il prefetto di Brindisi dichiarerà cessato il pericolo, il Principe ellenistico e gli altri bronzi saranno ricollocati nell'originaria sede brindisina. Per le operazioni di trasferimento, in corso già oggi, è stata scelta una ditta considerata, “la migliore in Italia per il trasporto di opere d’arte”.

“Se c’è in ballo una procedura di disinnesco ordigno bellico, io ho il dovere di assicurare la sicurezza di beni preziosi e delicati, perché ne sono il garante. Il Principe è molto fragile e abbiamo optato per la procedura più semplice e veloce, limitando lo spostamento e facilitando la ricollocazione”. D’altronde, già in passato, il Principe era stato trasferito a Firenze, poi a Washington e a Los Angeles per le mostre di capolavori in bronzo, pezzi unici al mondo. “Sono il brand della città di Brindisi e se non dovessero tornare al proprio posto Brindisi perderebbe la sua identità. Si è deciso per la sede di Lecce, piuttosto che per il deposito a Taranto che invece avrebbe costituito la destinazione più ovvia”, è scritto nella nota stampa.

“In particolare - ha aggiunto Piccarreta - si evidenzia l’esclusiva competenza della Soprintendenza sulla sicurezza e tutela dei beni demaniali ad essa assegnati. Pertanto l’insindacabile scelta fatta sullo spostamento è considerata imprescindibile. Infatti, una volta venuti a conoscenza della situazione talmente critica da far evacuare decine di migliaia di abitanti, la Soprintendenza che, invece è competente e responsabile della sicurezza dei beni culturali, ha deciso di far evacuare i bronzi di Punta del Serrone e mettere in sicurezza la maggioranza dei reperti che, invece, rimarranno nel museo”.

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