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"Troppi detenuti e pochi agenti". I conti non tornano e scatta la protesta dei sindacati

Manifestazione davanti al carcere di Lecce per denunciare le "gravi condizioni di lavoro" cui è sottoposto il personale. La soluzione? "Serve un piano di sfollamento serio dell'istituto penitenziario"

LECCE – Nel carcere di Borgo San Nicola si trascinano problematiche vecchie di anni che il corpo della polizia penitenziaria ha deciso di affrontare a muso duro. Molto semplicemente i conti non tornano: le condizioni di sovraffollamento, ormai note, si sono tradotte in un aumento del carico di lavoro, per gli agenti in servizio, quasi insostenibile.

Questi i numeri diffusi dai sindacati e che tratteggiano un quadro preoccupante: “Il penitenziario del capoluogo è arrivato a contenere mille e 100 detenuti quando la capienza non doveva superare le 700 unità. Gli agenti in servizio, 591 unità, non sono sufficienti per coprire tutta la mole dei servizi che nel frattempo è addirittura aumentata. L'organico deve essere peraltro distrubuito in tutte le sezioni del carcere che necessitano di essere controllate quotidianamente e di certo non posso restare chiuse: quindi succede che in una sezioni si trovi anche un solo agente quando ne servirebbero almeno due”, denuncia Diego Leone della UilPa polizia penitenziaria.

Il sindacalista ha partecipato ad una manifestazione di protesta che si è tenuta questa mattina, 21 febbraio, in occasione della visita nella casa circondariale di Lecce del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) Francesco Basentini, insieme ai colleghi di Fp Cgil, Fns Cisl, Sappe, Sinappe e Uspp.

“A fronte di una dimuzione di circa 200 unità, tra il 2001 e il 2020, si è verificato un aumento dei carichi di lavoro fronteggiato con una mole di straordinari di 200mila ore, solo sono nel 2019 – prosegue l'esponente della Uil -. Sono aumentati i detenuti seguiti dagli specialisti psichiatri, arrivando a circa 200. Nel 2017 è stata aperta una sezione per l’osservazione psichiatrica. Ma non basta, poiché a breve è in programma l’apertura della sezione a custodia attenuata di Monteroni, e del nuovo padiglione, costruito di recente, di circa 200 posti letto”.

“Questa cifre sono indicative del disastro – denuncia il sindacalista -: gli standar di sicurezza all'interno del penitenziario sono rimasti alti solo grazie ai sacrifici del personale che si è rimboccato le maniche. Ma ci sono agenti che hanno superato i 50 anni di età e sono stanchi;  chiaramente serve un'iniezione di personale giovane”. penitenziaria 2-2-2

A preoccupare i segretari sindacali è anche la distrazione di personale che comporta, inevitabilmente, il lavoro del Nucleo traduzioni e piantomamenti che conta 55 agenti, quando ne servirebbero 80: “Gli agenti del Nucleo accompagnano i detenuti in tribunale, in ospedale e presso altri istituti penitenziari, anche fuori regione. Molti sono detenuti anche di un certo calibro e questi spostamenti ci costano un ulteriore impiego di personale”.

I sindacalisti questa mattina speravano di incontrare il  capo del dipartimento, Francesco Basentini e consegnargli un documento unitario che fa luce sulle “gravi condizioni di lavoro” e lancia una proposta tampone: ovvero quella di deflazionare il numero della popolazione carceraria a Lecce per riquilibrare le proporzioni.

“L'unica strada da seguire al momento, considerata l'esiguità dei poliziotti, è quella di attuare un piano di sfollamento serio, trasferendo una parte dei detenuti presso altri penitenziari vicini che possano ospitarli – aggiunge Leone -: questa soluzione non provocherebbe un danno alle persone. Molti detenuti che si trovano a Lecce, infatti, sono napoletani o siciliani e peraltro la territorialità della pena prevede che possano essere portati in un istituto più vicino. Il deflazionamento della popolazione detenuta è l'unica soluzione veloce: anche se bandiserro oggi dei concorsi pubblici per aumentare il personale di 200 unità, passarebbero almeno altri 5 anni. E nel frattempo come riusciremmo a gestire la situazione nel carcere di Borgo San Nicola?”.

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