La Tac del Polo oncologico si “umanizza”: reparto più colorato per i piccoli degenti
Il taglio del nastro nella mattinata di oggi, a Lecce. L’intervento di umanizzazione è stato progettato dalla graphic designer Sally Galotti, già disegnatrice Disney
LECCE – Farfalle, colori tenui, uccellini e rassicuranti personaggi del mondo dei bambini. Gli apprecchi diagnostici e le sale ospedaliere si "umanizzano" per essere più alla portata dei piccoli degenti. Si è svolta in mattinata la cerimonia di presentazione e consegna dell’umanizzazione pittorica della Tac del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II” di Lecce. L’intervento di umanizzazione è stato progettato dalla graphic designer Sally Galotti, già disegnatrice Disney ed è frutto di una consolidata attenzione verso l’umanizzazione delle cure e degli spazi ospedalieri da parte dell’associazione “Cuore e mani aperte OdV”, presieduta da Don Gianni Mattia, da più di venti anni cappellano del Presidio ospedaliero “Vito Fazzi” di Lecce.
L’umanizzazione verso le cure e gli spazi ospedalieri sposa bene la definizione di salute propugnata dall’Organizzazione mondiale della sanità, quale stato di benessere fisico, psicologico e sociale e, pertanto, rappresenta un elemento in grado di favorire la guarigione del paziente, ancor più quello pediatrico, grazie alla distensione psicologica che favorisce. A tagliare il nastro l’assessore regionale Alessandro Delli Noci e il commissario della nascente Azienda Policlinico universitario “Vito Fazzi” di Lecce, Stefano Rossi; mentre a benedire l’opera è stato il monsignor Michele Seccia, arcivescovo metropolita di Lecce. Erano, inoltre, presenti il direttore generale di Asl Lecce, Rodolfo Rollo, il direttore amministrativo, Antonio Pastore, il direttore sanitario Roberto Carlà e il direttore Leo, neo direttore sanitario del nosocomio leccese.
“Questa nuova tac, fortemente voluta dalla Direzione strategica dell’Azienda, che ringrazio, è uno degli ultimi ritrovati tecnologici, infatti consente nei pazienti lo studio radiologico con tomografia computerizzata del cuore e dell’albero coronarico. E questo è un traguardo che a cascata ne porterà tanti altri” dice Luigi Quarta direttore del Dipartimento di Diagnostica per immagini di Asl Lecce – “Questo macchinario, con i suoi potentissimi software, consente l’acquisizione in tempi rapidissimi della prestazione radiologica e questo comporta una riduzione dei tempi di esecuzione dell’esame e delle fasi di refertazione. Questa apparecchiatura in particolare permette un utilizzo a basse dosi ionizzanti e anche questo non è un aspetto di poco conto. Noi eravamo abituati a una Radiologia grigia, le sale di diagnostica avevano le stesse pareti bianche, i soliti arredi che non umanizzavano l’aspetto dell’accoglienza nei confronti del paziente. L’aiuto della Associazione “Cuore e mani aperte” OdV, del loro fondatore e presidente Don Gianni Mattia, e del vice presidente Franco Russo, ha consentito, con un impegno economico notevole, l’umanizzazione pittorica di questa sala".
Per il commissario Rossi, “L’ umanizzazione delle cure non è un “di cui” della prestazione sanitaria è l’ “in sé” della prestazione sanitaria. Noi amministratori purtroppo presi dai numeri, dal vorticoso quotidiano, spesso ci dimentichiamo di questo. Ringraziamo quindi l’associazione che deve essere di pungolo per ricordarcelo e don Gianni lo ha fatto anche oltre i confini provinciali qualche volta, infatti sono arrivate anche a me le sue sollecitazioni. Il ritorno in termini di salute della umanizzazione è enorme. Quindi concentriamoci su questo”.
“La vita è un susseguirsi di eventi, di gioie, dolori, prove che non sempre è possibile superare da soli. Questa solitudine è ciò che abbiamo deciso di accogliere a braccia aperte, affinché si sentisse accettata e riscoprisse la sua essenza profonda, la speranza. Molti quando pensano agli ospedali sentono il proprio respiro diventare più pesante e il battito accelerare. Tuttavia in quegli stessi ospedali, in quelle sale d’attesa dove troppe volte ci si sente soli, succede anche di vedere un volto sorridente, di sentire un respiro di sollievo o di osservare due mani che si stringono con la gioia di non doversi separare. Ed è qui che la solitudine si ricorda di essere anche speranza. Tutti coloro che ci conoscono sanno quanta importanza rivesta per noi l’amore, la gioia e come la cura passi anche attraverso un sorriso. L’umanizzazione degli spazi ospedalieri ha questo scopo: essere parte della cura, essere speranza, essere un’idea semplice di futuro", sono le parole con cui Don Gianni Mattia, presidente e fondatore dell’associazione "Cuore e mani aperte" ha presentato l’iniziativa.