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Venti di protesta in Alcar: sciopero degli operai per i pagamenti arretrati

L'adesione è stata del 90 percento. Fiom Cgil e Fim Cisl chiedono certezze sulla continuità industriale dello stabilimento. Giovedì confronto con i vertici aziendali in prefettura, intanto l'astensione continua

LECCE – Gli operai di Alcar sono tornati a farsi sentire questa mattina, davanti alla sede dell'azienda metalmeccanica nella zona industriale di Lecce. Hanno rivendicato il pagamento del bonus Renzi ma soprattutto, come ha precisato Annarita Morea di Fiom Cgil Lecce, “hanno chiesto certezze sulla continuità industriale dello stabilimento salentino”.

Lo sciopero, che ha ottenuto un'adesione del 90 percento, è stato sostenuto da Fiom Cgil e Fim Cisl. I segretari di entrambe le sigle, la Morea e Maurizio Longo, più tardi si sono recati in prefettura e sono stati ricevuti dal viceprefetto Beatrice Mariano. In via XXV luglio ci torneranno anche giovedì pomeriggio, per un confronto con i vertici aziendali: fino ad allora gli operari rimarranno in sciopero, così come deciso al termine dell'assemblea odierna.

“Ad oggi non abbiamo ricevuto segnali positivi e in controtendenza rispetto agli ultimi mesi – ha dichiarato Morea -. Abbiamo fatto una serie di incontri, firmando dei verbali, prendendo degli impegni rispetto al pagamento di somme che gli operai vantano. L'ultimo incontro, risalente al 5 febbraio, prevedeva l'erogazione degli stipendi di gennaio e del bonus Renzi per quanti non l'avevano ancora percepito e attendevano l'erogazione in un'unica soluzione, pari a circa mille euro ciascuno, a fine 2019”.

Ad oggi, stando alle dichiarazioni dei sindacalisti e degli operai, risultano pagati solo gli stipendi ma bonus, il cui importo complessivo dovrebbe aggirarsi intorno ai 160mila euro, non vi sarebbe traccia.

Ma il motivo dell'ennesima protesta, a quanto pare, non è solo economico. “Il problema più grande è il sentimento di sfiducia che si genera nel momento in cui ci riuniamo per prendere degli impegni che puntualmente, in qualche misura, vengono disattesi”, ha puntualizzato l'esponente Fiom Cgil.

“Gli operai, radunati davanti ai cancelli dell'azienda, ci hanno raccontato che da 3 mesi a questa parte le somme della cessione del quinto sono state trattenute da Alcar e non versate alle finanziarie – ha proseguito Morea -. E sembrerebbe che non stiano versando i contributi previdenziali neanche all'Inps: alcuni lavoratori hanno provato infatti ad accedere alla pratica di disoccupazione ma gli è stata rigettata proprio perché mancano i contributi”.

“A questo aggiungiamo il fatto che i lavoratori non hanno tutti i dispositivi individuali di protezione: se hanno bisogno dei guanti per saldare li devono andare a comprare da soli; le scarpe antinfortunistiche e gli occhiali di protezione non sono disponibili”, ha denunciato ancora lei.

“Tutti questi segnali non ci fanno stare sereni, anche alla luce degli impegni che Alcar Industrie srl deve affrontare nei prossimi mesi: ricapitalizzazione e versamenti alla procedura concorsuale”, ha concluso la sindacalista. Nel corso del vertice il prefetto Maria Teresa Cucinotta ha telefonato al presidente dell’azienda, Matteo Ginatta, ricevendo rassicurazioni sugli impegni presi di cui si tornerà a parlare tra due giorni.

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