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Martedì, 23 Aprile 2024
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"La vera musica? Quella a 432 Hz": da Verdi e Pink Floyd ai Giardini Sonori di Diso

Corvaglia, 59enne di Diso, porta avanti un progetto per promuovere gli ambienti sonori, in cui vibrare in sintonia con la natura, come resistenza all'inquinamento acustico

LECCE – Perché quella di Mozart, Verdi e dei Pink Floyd può essere considerata musica a tutti gli effetti? E perché oggi, invece, prevale il rumore sul suono, l'inquinamento acustico sulla melodia?

La chiave di volta è nella frequenza 432 Hz. Parola di Giovanni Corvaglia, 59enne di Diso ed “artista del suono”. Il musicista che ha trascorso 40 anni della sua vita a Bologna, si è occupato dagli anni '70 in poi, con l'arrivo dei primi sintetizzatori, di musica elettronica. Oggi è tornato a casa. E qui porta avanti il progetto “Giardini sonori” nato proprio in Emilia Romagna, ma sviluppato in Salento.

“Il territorio, dal 2017, si caratterizza per un grande fermento culturale – spiega lui -. Qui ho trovato terreno fertile per far fiorire musicalmente il mio giardino”.

Come si è sviluppata la sua idea, è presto detto: “Mi occupo di progettare ambienti sonori, a partire dalla realizzazione di una buona catena di audio, che oggi ha costi più accessibili per gli utenti, fino alla proposta di suoni anche sconosciuti all'ascoltatore – racconta -. La musica è morta, non si vendono più dischi e la nuova frontiera è proprio nella creazione di ambienti musicali domestici”.

I suoi clienti sono spesso gestori di locali pubblici che hanno allargato i loro orizzonti. E oggi puntano sul marketing del suono, rivalutando consapevolmente il ruolo dell'udito che non è considerato più marginale o secondario all'impatto visivo.  

Il musicista di Diso si occupa anche di consulenza ai privati: persone forse visionarie, animate dal desiderio di ritagliarsi un spazio di silenzio e riflessione nel caos di rumori dell'ambiente circostante. Uno spazio di audace resistenza nel bombardamento di suoni innaturali. La musica, come sottofondo di questo ambiente in cui fermarsi, ha un ruolo chiave nel farci sentire a nostro agio.

Vibrare con la natura a 432 Hz

E cos'è, la musica, se non un'emozione? Ma, per produrre benessere ed emoziarsi, il corpo dell'ascoltatore deve vibrare a 432 Hz, quindi ad una frequenza che coincide con quella dei suoni prodotti in natura. Suoni noti, che amiamo e che ricerchiamo nostalgicamente: dal rumore del vento all'infrangersi delle onde sugli scogli.

“Quando ci troviamo in un bosco o sulla spiaggia stiamo bene per questa ragione, perché il nostro corpo vibra in accordo con l'universo – spiega Corvaglia -. Con l'avvento dell'industria, tutto è diventato rumore. I centri urbani sono caratterizzati da altissimi livelli di inquinamento acustico, vibriamo con le frequenze dell'inquinamento come fosse normale. Invece stiamo male, l'organismo umano reagisce caricandosi di stress e sintomi depressivi”.

Corvaglia, al pari di artisti del calibro di Mick Jagger, Pavarotti e Placido Domingo, sposa una teoria nota a musicisti e addetti ai lavori: la “vera musica” è quella a 432 Hz, senza distinzioni di generi. Quella suonata appunto da Mozart, Verdi e Pink Floyd.

L'accordatura naturale si ottiene quindi sincronizzandosi sul "La" a 432Hz. Questa frequenza già appartenuta al passato dell’uomo, nell'epoca degli antichi greci ed egizi, è stata sostituita dal comune "La" 440 Hz nel 1953, a Londra.

Corvaglia ricorda che un tentativo analogo fu fatto dai nazisti tedeschi che volevano istituzionalizzare la frequenza a 440 Hz e “di fatto la utilizzavano per diffondere musica nei campi di concentramento, non allo scopo di alleviare le pene dei deportati, ma per provocare ulteriore disagio”.

Oggi, la frequenza a 440 Hz è la norma: nelle abitazioni, nei locali pubblici, nei concerti. “La musica vera è sempre più rara; è stata sostituita dai cattivi suoni, mentre l'emozione è stata soppiantata dall'intrattenimento. I governi di tutto il mondo dovrebbero prendere coscienza di questo problema e intervenire per il benessere e lo sviluppo dell'umanità. Il singolo, da solo, può fare poco”, conclude il musicista.

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