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Sabato, 20 Aprile 2024
L’Agenzia delle Dogane affiderà a breve i lavori / Ugento

Via libera della procura: sarà demolito anche peschereccio di Torre San Giovanni

La capitaneria di porto ha avviato la stessa procedura come nel caso del motopesca incagliato al largo di Torre Veneri. L’imbarcazione staziona dal 16 dicembre scorso lungo il litorale ugentino. A bordo ritrovati solo indumenti, bottigliette e confezioni alimentari

UGENTO - Sarà presto recuperato e demolito il vecchio peschereccio incagliato dallo scorso 16 dicembre, a circa un miglio dalla costa, lungo il litorale di Torre San Giovanni di Ugento. Il personale della guardia costiera aveva accertato che la vetusta imbarcazione di circa una ventina di metri, si era in effetti incagliata ad una ventina di metri dal lungomare della marina ugentina in prossimità dello stabilimento balneare “Euro Beach”.

Solo il giorno successivo, grazie alla temporanea attenuazione delle condizioni del mare, i militari erano riusciti ad effettuare un’ispezione a bordo al fine di scongiurare ogni potenziale pericolo di inquinamento e risalire alle cause dell’incaglio e relativa provenienza del motopesca.

A bordo sono stati quindi rinvenuti diversi indumenti (sia in sovracoperta che nei locali della stiva) ed una notevole presenza di contenitori in plastica per acqua potabile e per altri generi alimentari, con etichetta straniera, presumibilmente araba. Sulla fiancata dell’unità è inoltre  presente una scritta di origine straniera “Sahar” e non é stato rinvenuto nessun documento di bordo. Fortunatamente non sono state rilevate tracce inquinanti nello specchio acqueo prospiciente l’imbarcazione.

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Tutta l’informativa è stata quindi trasmessa dal comando della capitaneria di porto di Gallipoli alla procura della Repubblica, ritenendo acclarato che il peschereccio è stato utilizzato per il trasporto di migranti e finito poi alla deriva.

La procura ha quindi rilasciato il proprio nulla osta alla distruzione dell’imbarcazione in quanto le condizioni in cui versa sono tali da escludere una pronta ed economica riparazione ai fini della navigabilità e pertanto anche un possibile reimpiego dell’imbarcazione per un eventuale utilizzo da parte di possibili soggetti interessati.

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A breve quindi l’Agenzia delle Dogane si occuperà di affidare i lavori per il recupero e  la distruzione del peschereccio e riportare la porzione di litorale interessata alla libera fruizione della collettività evitando che il relitto possa costituire ingombro per la costa del versante ionico salentino.

Stessa sorte è quella già disposta anche per il secondo peschereccio fantasma, quello che due giorni dopo, era stato segnalato e rintracciato a largo di Torre Veneri, su litorale leccese. Le verifiche dei militari della guardia costiera, che avevano formalizzato anche la convalida del sequestro dell’unità navale dopo la relativa richiesta inoltrata alla procura di Lecce, avevano consentito di appurare che il vetusto peschereccio era stato effettivamente utilizzato, come ipotizzato da subito, come vettore di trasporto di migranti per una delle tante traversate dal Mediterraneo verso le coste italiane.

Nello specifico l’imbarcazione era quella dalla quale, il 20 novembre scorso, furono tratti in salvo e trasbordati circa 580 migranti, fatti sbarcare nei porti siciliani di Catania, Messina ed Augusta.

La capitaneria di porto di Gallipoli e quella di Otranto hanno operato da subito al fine di dar seguito ad una procedura d'urgenza per il recupero e la successiva demolizione del motopesca, sempre a cura dell'Agenzia delle Dogane per il tramite della prefettura di Lecce, al fine di preservare il tratto costiero.

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