Ferro: a cosa serve e dove si trova?
Il ferro è fondamentale perché interviene in vari processi. Questo oligoelemento lo introduciamo con l’alimentazione: consumo di carne, legumi, frutta secca e semi, verdure a foglia verde. Senza ferro la funzionalità dell’organismo è compromessa proprio perché è un componente vitale per la nostra salute
Il ruolo del ferro nell’organismo
Contribuisce alla produzione di emoglobina, una proteina che si trova nei globuli rossi e che porta ossigeno alle cellule, rafforzando le difese immunitarie e aumentando così la resistenza a batteri e virus. All’interno dell’emoglobina il ferro è responsabile dell’approvvigionamento di ossigeno nelle cellule. Circa 1/3 della scorta di ferro dell’organismo è contenuta nell’emoglobina. Un altro 20% circa si trova all’interno delle riserve di ferro (ferritina). Inoltre, nel tessuto muscolare il ferro serve ad accumulare ossigeno, garantendo così la disponibilità energetica nelle cellule. Nel sistema nervoso centrale, prende parte alla produzione di ormoni e neurotrasmettitori tra cui la sintesi di dopamina. La dopamina è l’ormone coinvolto nei processi che riguardano l’attenzione, la memoria, l’apprendimento; il ferro produce anche la serotonina che regola il tono dell’umore.
Fabbisogno giornaliero di ferro
Tutti quanti possiamo soffrire di una carenza di ferro. Bambini, adulti, sportivi, donne e uomini. Da sottolineare, che le donne in particolare sono le più colpite, perché il ciclo mestruale ne determina una maggiore carenza. Il fabbisogno giornaliero di ferro varia in base all’età, al sesso e soprattutto in base alle fasi di vita.
Perché il ferro può essere carente?
Come detto sopra, in alcuni periodi della vita, come l’infanzia e l’adolescenza e anche la gestazione, il fabbisogno di ferro aumenta proprio per soddisfare lo sviluppo e la crescita. In altri casi, la carenza è dovuta ad abbondanti e dolorosi cicli mestruali; inoltre alcune patologie come lo scompenso cardiaco, insufficienza renale e malattie infiammatorie dell’intestino riducono le riserve di questo prezioso oligoelemento. Tuttavia, questa può essere dovuta anche ad un’insufficiente introito con l’alimentazione.
Come si manifesta la sua carenza?
Quando il ferro viene a mancare i sintomi più comuni riguardano spossatezza con mal di testa prolungati, una diminuzione delle funzioni cognitive (in primis la concentrazione), fragilità di unghie e capelli e un indebolimento del sistema immunitario. Attraverso i più comuni esami del sangue possiamo calcolare i suoi valori; in particolare con i livelli di sideremia e ferritina, che rispettivamente indicano la quantità di ferro presente nel sangue e il deposito di ferro presente nell’organismo. In modo preciso quest’ultima analisi indica se esiste una perdita di ferro.
Come si può migliorare la sua assunzione?
Il ferro è un oligoelemento essenziale, vale a dire il nostro corpo non lo produce e pertanto lo possiamo introdurre solo con l’alimentazione o con specifici complementi alimentari per sopperire alla sua carenza. Tuttavia, pur avendo un’alimentazione corretta, raggiungere il suo fabbisogno a volte non è possibile perché alcune sostanze contenute negli alimenti ne ostacolano il suo assorbimento. Gli alimenti maggiormente ricchi sono il fegato (e le interiora in genere), il cioccolato fondente, i legumi, le carni rosse, la frutta secca e verdure in foglia.
Quello che conta è la capacità di assorbire il ferro alimentare. Tale capacità è massima per le interiora e carni rosse, minimo invece per quanto riguarda i vegetali. L’assorbimento del ferro è facilitato dalla vitamina C, per questo motivo si raccomanda di condire con un po’ di limone (esempio: spinaci e limone, una spruzzatina sulla bistecca di carne fatta ai ferri, condire la macedonia di fragole con limone e moderare con lo zucchero).
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