Vitamina D, curcuma e fibra alimentare: preziosi alleati per quest’autunno difficile
Seguire una corretta alimentazione durante l’emergenza Covid-19 implica un’attenzione particolare alla quantità e alla qualità dei cibi che portiamo ogni giorno a tavola
Seguire una corretta alimentazione durante l’emergenza Covid-19 implica un’attenzione particolare alla quantità e alla qualità dei cibi che portiamo ogni giorno a tavola.
Infatti questo periodo di emergenza può essere visto come opportunità di apprendere abitudini di vita sane e di considerare alcuni nutrienti una sorta di medicina naturale.
Quello che fa la differenza è una dieta equilibrata e varia che abbia come protagonisti gli alimenti vegetali e una giusta, mai eccessiva, quantità di prodotti animali con prevalenza di carni bianche, pesce e uova. In questo modo il microbiota intestinale (flora batterica intestinale) sarà nelle condizioni ideali per aumentare le difese immunitarie, essendo a sua volta facilmente influenzabile dalle nostre abitudini alimentari.
I preziosi nutrienti qui coinvolti riguardano la vitamina D, la curcuma e la fibra.
La vitamina D
E’ una vitamina liposolubile che si accumula nel fegato e nel tessuto adiposo e si sintetizza soprattutto attraverso la pelle per esposizione ai raggi solari, mentre è scarsamente presente negli alimenti. E’ bene sottolineare che la vitamina D, a dispetto del suo nome, non è affatto una vitamina, ma un vero e proprio ormone che regola il metabolismo del calcio. Il fatto che per definizione sia liposolubile, implica la sua capacità di distribuirsi molto bene nei tessuti ricchi di grassi; per questo motivo lo spazio in cui questo ormone si deposita è molto maggiore nelle persone con eccesso di peso. In altri termini maggiore è il peso corporeo, maggiore è la quantità di vitamina D che deve essere assunta per raggiungere livelli ottimali nel sangue.
L’ISS (Istituto superiore di sanità) ha confermato che il mantenimento dei normali livelli plasmatici di vitamina D non solo può giocare un ruolo nel ridurre i rischi di infezioni acute delle vie respiratorie, ma potrebbe essere importante per il trattamento di due sintomi tipici della malattia da Covid-19, quali l’anosmia e l’ageusia, ossia rispettivamente la perdita dell’olfatto e del gusto.
Il meccanismo attraverso cui la vitamina D può ridurre il rischio di infezioni riguarda la riduzione della concentrazione delle citochine pro-infiammatorie che danneggiano il rivestimento dei polmoni, portando cosi alla polmonite.
Gli alimenti a più alto contenuto di vitamina D sono:
- Olio di fegato di merluzzo
- Pesci grassi come salmone, sgombro, tonno, sardine
- Tuorlo d’uovo e burro
- Latte
- Funghi (unica fonte vegetale)
La curcuma
E’ una delle spezie più conosciute e più usate sin dai tempi più antichi, conosciuta anche con il nome di “zafferano delle Indie” proprio per la sua similitudine con lo zafferano e i suoi molteplici usi. Da non dimenticare l’utilizzo delle spezie in cucina che, rendondo più appetitosi i nostri piatti, ci permettono di utilizzare meno sale e hanno una importante azione antinfiammatoria e detossificante, come per l’appunto la curcuma e lo zenzero.
La pianta è conosciuta da sempre per l’azione depurativa e coleretica (stimolante la produzione di bile da parte del fegato), possiede anche azione antiossidante e fluidificante del sangue.
Ma che correlazione ha con il Coronavirus?
Tutto risiede nel suo componente principale, la curcumina e nella sua elevata azione antiossidante che rinforza il sistema immunitario, aspetto da tenere in considerazione in questo periodo dell’anno nel quale è più frequente raffreddarsi.
Si è scoperto che l’associazione della curcuma ad altre spezie potrebbe “potenziare” gli effetti protettivi su cellule ed organi. Infatti l’assunzione della curcuma insieme al pepe nero, al peperoncino piccante e all’olio di oliva rende il principale componente biologicamente attivo della curcuma (la curcumina) molto più assorbibile a livello intestinale. Soltanto in questo modo la curcumina assorbita dall’intestino può raggiungere il fegato e gli altri organi periferici. Il consiglio è di aggiungerla a tutte le preparazioni alimentari: come condimento dei primi piatti, all’aggiunta su contorni di verdure e secondi di carne o pesce.
Cereali e fibre vegetali, il ruolo decisivo di un intestino sano
La fibra alimentare è un non nutriente, nel senso che non ha praticamente un valore energetico in termini di calorie, ma è un importante elemento del metabolismo. E’ costituita per la maggior parte da carboidrati complessi non digeribili e si trova nei cereali come pane, pasta e derivati, nei legumi, nella frutta e nella verdura.
Una dieta ricca di cibi con fibre, come frutta e verdura, riduce il rischio di sviluppare diabete e malattie cardiache. In particolare la fibra presente nei cibi serve a nutrire i miliardi di batteri che popolano il nostro intestino. Questa alimentazione fa sì che il nostro intestino e sistema immunitario rimangano in buone condizioni. Per digerire il cibo, il nostro organismo deve utilizzare gli enzimi necessari utili a scindere le molecole alimentari che poi attraverso la parete dell’intestino vengono assorbiti. Ma il nostro organismo produce una parte limitata di enzimi, per tale motivo non possiamo distruggere alcuni dei componenti presenti nei vegetali. Il termine “fibra alimentare” si riferisce a queste molecole indigeste. Mangiare 5 porzioni al giorno tra frutta e verdura e scegliere pasta, riso e pane integrale aiuta ad apportare di più questa preziosa sostanza, che è la fibra.
Quindi è meglio preferire il pane integrale rispetto al pane bianco, riso integrale invece del riso bianco, oppure zuppe di orzo o farro decorticato. Le fibre fanno funzionare bene l’apparato digerente, nutrono i microbi buoni, mantengono in buona salute l’intestino e se l’intestino è sano il sistema immunitario è più forte.
Vuoi contattare Gloria Cartelli?
Scrivi a: cartelligloria@yahoo.it e visita il blog: www.gloriacartelli.blog