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Giovedì, 28 Marzo 2024
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La scrittrice ospite di gennaio è Daniela Stallo

Dopo il racconto La Scelta di Daniela Stallo (Raminghi OFF), oggi la recensione del suo romanzo Winday per Armando editore nella Collana I CICLIDI curata da Mauro Valentini

Siamo a Taranto, è la settimana santa e la città si prepara alla celebrazione dei riti e della processione della Madonna Addolorata, ma due avvenimenti ne scuotono il normale svolgimento. Per risolvere i due casi l’ispettore di Polizia Rodolfo Iacovelli indaga con l’aiuto dell’amica Lucrezia Sanivo, protagonista del romanzo insieme a Taranto e un vento bastardo che la scuote.

Winday di Daniela Stallo è un romanzo che col vento comincia e col vento si chiude. Un vento complice, un wind day perfetto, magnifico, che firma l’apocalisse. Una coincidenza del demonio (pag. 44):

 “Tutto è come il vento, in questa città. Va e viene, non si trasferisce, va e torna, non si allontana mai definitivamente. Niente si sposta, ma resta in un altrove raggiungibile, si imbosca, sfuma, esce quando meno te lo aspetti. Ci devono essere delle caverne sotterranee per nascondere le persone e il vento, i morti e i vivi.” (Pag. 231)

Winday è una storia d’amore e insofferenza per la città di Taranto:

“[…] noi, figli di questa città, la rabbia ce la portiamo dentro, nasce con noi, non serve allontanarsi sperando di guarire. Sta nella natura dei migliori tenerla sotto controllo e incanalarla, farla esplodere senza gesti, assorbirla dentro il sangue e tenerla a fluire lenta come in un naviglio. Qua tutto è feroce, il mare, la fabbrica, il sole, gli ospedali, è feroce il vento.[…] viviamo in una città prepotente. L’immobilità è prepotente, i cantieri navali, guardi là sullo sfondo, dietro la solita barca a motore. L’amore che Taranto prova per i figli è duro e senza commozione, egoista, ogni cartolina una montatura per coprire la durezza delle cose e pure la pittura del lungomare, che lecca per finta il Castello e svanisce in un ponte da spettacolo.” (Pp. 238/239)

Winday è un noir dalla narrazione sapiente, accurata, con una struttura tensiva ben costruita, che si dipana attraverso le due indagini in parallelo con Lucrezia che aiuta l’ispettore Iacovelli e un immaginario ispettore Maigret che aiuta Lucrezia con intuizioni che portano nella giusta direzione e alla soluzione dei casi. L’omaggio a Maigret ha una sua bellezza narrativa, è un potente innesto che carezza il mondo della letteratura gialla classica; un dialogo allo specchio tra la protagonista e le letture polar di cui si è nutrita, letture che si animano e rendono palpabile il personaggio più famoso di Georges Simenon.

In Winday (Armando Editore) Daniela Stallo ha una capacità narrativa asciutta, precisa, efficace che bilancia sincerità cruda e poesia vitrea, alle volte opaca alle volte trasparente. Le sue parole sono schegge di bottiglie che il mare della sua lingua salina sa levigare e cullare senza mai una sbavatura, un ammiccamento, una soluzione scontata.

Winday è un romanzo - non romanzo fatto di luoghi citati che non esistono in una città costruita sui ricordi, quelli dell’autrice; una città che ama, che sente nel doppiofondo del cervello e che in ogni momento, ogni passo, la rende consapevole di venire da un altrove attaccato addosso (pag. 30).

Un altrove in cui tutto è feroce: il mare blu scuro increspato, la fabbrica, il sole pavido e malato, gli ospedali, la speranza. Il vento.

Daniela Stallo è nata a Taranto nel 1966. Giornalista pubblicista, ha collaborato a quotidiani locali, occupandosi di questioni politico-amministrative e di cultura.

Vive a Pisa, dove insegna diritto nelle scuole secondarie superiori.

Ha pubblicato La città sul mare (Le Brumaie, 2011), Bruciati vivi (ArKadia, 2021), Winday (Armando, 2022).

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