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Manutenzione caldaia e controllo dei fumi: obblighi, scadenze e sanzioni

In cosa consiste e quando è necessario fare la manutenzione? Quali sono le spese da sostenere e le possibili sanzioni? Cosa si intende per controllo dei fumi? Di seguito la guida completa con tutte le informazioni necessarie

LECCE - La corretta manutenzione della caldaia è una delle regole basilari per risparmiare sulla bolletta del gas. Eseguire la sua pulizia - in modo periodico - serve a mantenere l’efficienza e a limitare consumi e spese. I controlli e le revisioni sono obbligatori per legge, permettono di individuare eventuali guasti e anomalie e garantiscono una migliore efficienza dell’impianto. Ogni quanto bisogna fare la manutenzione della caldaia, a chi spetta e quali sono le sanzioni in caso di inadempienza?

Manutenzione della caldaia: cos’è e quando bisogna farla

Quando si parla di manutenzione della caldaia ci si riferisce al corretto funzionamento dell’impianto e alla pulizia del bruciatore e dello scambiatore di regolazione.

Il bruciatore è un componente fondamentale per il funzionamento della macchina: in questo avviene la miscelazione tra combustibile e comburente per avviare la combustione e riscaldare l’acqua. Questo processo, però, favorisce l’accumulo di scorie al suo interno che, se non rimosse, possono causare malfunzionamenti o una riduzione della resa dell’impianto.

Lo scambiatore, invece, è il componente della caldaia in cui l’acqua fredda proveniente dalla rete idrica viene riscaldata per poi essere immessa nel circuito dell’impianto di riscaldamento. Essendo costantemente a contatto con l’acqua, lo scambiatore è soggetto all’azione erosiva del calcare che col tempo può inficiarne il corretto funzionamento.

Il controllo periodico è importante per conservare l’efficienza dell’impianto e ridurre i costi di esercizio, allungando il ciclo di vita della caldaia e aumentandone la sicurezza. Ogni quanto fare la manutenzione dipende dalle informazioni riportate nel libretto di istruzioni tecniche per l’uso e dalle indicazioni rilasciate da chi ha installato l’impianto. In assenza delle istruzioni, fa fede quanto indicato nella scheda tecnica redatta dal produttore dell’apparecchio. A quel punto sarà la ditta specializzata a consigliare la frequenza e la periodicità con cui procedere al controllo. Il consiglio è quello di eseguire annualmente la manutenzione dell’impianto, magari nel periodo estivo o autunnale per risparmiare sui costi. 

In cosa consiste e a chi spetta 

Il controllo della caldaia è obbligatorio consiste in una serie di operazioni e deve essere effettuato da un tecnico abilitato. Chi non è proprietario dell’abitazione in cui vive, è comunque tenuto a provvedere alle spese per la manutenzione ordinaria. Come stabilito dall’articolo 1576 del Codice Civile, infatti, a carico del locatore restano le spese straordinarie (come quella dell’eventuale sostituzione della caldaia) e quelle per gli eventuali adeguamenti alla legge. Quelle per assenza di manutenzione, negligenza o guasti causati da uso improprio, invece, restano spese a carico dell’inquilino. Oltre alla manutenzione è suggerito effettuare anche la pulizia annuale, non obbligatoria per legge ma utile a prevenire guasti e ad assicurare la temperatura. Per fare la manutenzione ordinaria si controllano le parti più sollecitate dell’impianto di riscaldamento, ovvero quelle maggiormente a rischio degradazione come ventilatori, camera di combustione, guarnizione ed elettrodi. Subito dopo si effettua una pulizia generale dell’apparecchio.

Costi e sanzioni

Il costo per la manutenzione della caldaia dipende dalla ditta incaricata, ma la cifra media (escludendo la verifica delle emissioni inquinanti) si attesta tra i 50 e i 100 euro (a differenza del controllo dei fumi, per cui, invece, la spesa da mettere in conto è di poco superiore ai 100 euro). La mancata manutenzione della è punita con una sanzione pecuniaria. Il decreto n. 74 del 15 aprile 2013, riguardante l’efficienza energetica degli impianti di climatizzazione estivi ed invernali, stabilisce che le azioni necessarie per la manutenzione devono essere operate con opportuna periodicità e in conformità con le necessarie indicazioni. Se non si rispettano le direttive, si è soggetti a multe di diversa entità: da 50 a 200 euro in caso di irregolarità o mancata revisione caldaia, da 500 a 600 euro in assenza di libretto caldaia regolamentare e da 500 a 3000 euro per mancato controllo del rendimento riguardante la combustione. A quest’ultima sanzione va aggiunto il rimborso dovuto alle spese di verifica. Affinché la multa erogata sia valida, è necessario che i Comuni abbiano avvisato l’interessato con un anticipo di almeno 20 giorni prima dell’effettivo intervento. Pertanto i possessori di una caldaia hanno tutto il tempo necessario per mettersi in regola, provvedendo a compiere un intervento utile in primis a loro stessi.

Controllo fumi caldaia: cos’è e come avviene

In questo caso ci si riferisce all’analisi della combustione e dell’ossido di carbonio concentrati nell’impianto. Noto anche come controllo dell’efficienza energetica, analizza la combustione dei fumi per verificarne rendimento, concentrazione di ossido di carbonio e indice di fumosità. Ad effettuarlo deve essere un tecnico specializzato, incaricato di prelevare i prodotti di combustione e di misurare la loro conformità con quelli indicati dalla normativa.

Bollino blu o verde

Il superamento della verifica sul controllo dei fumi della caldaia dà diritto ad ottenere il bollino blu o verde. Questi viene rilasciato al termine del controllo, su richiesta del cittadino, ed è un modo per verificare il pagamento dei contributi previsti. Il bollino è composto da un codice numerico univoco ed è di colore diverso a seconda della potenza dell’impianto collaudato.

Per il bollino blu si prevede il rilascio del rapporto energetico dell’impianto a fronte del pagamento di un bollettino. Il bollino blu viene rilasciato da tecnici specializzati al termine della revisione caldaia nel comune di appartenenza.

Invece il bollino verde è rilasciato in seguito al controllo periodico su caldaie nei comuni della provincia di appartenenza con una popolazione massima di 40.000 abitanti.

Il rinnovo dei bollini non è automatico, ma avviene soltanto se la caldaia supera di volta in volta i controlli relativi alle emissioni di sostanze inquinanti e ai fumi.

Il rinnovo può avvenire ogni anno, ogni 4 o 8 anni a seconda del tipo di caldaia.

Quando fare il controllo dei fumi della caldaia

Rispetto alla manutenzione ordinaria, per il controllo dei fumi della caldaia la legislazione è molto più chiara. Il controllo va attuato obbligatoriamente ogni 1, 2 o 4 anni, a seconda del tipo di impianto che si possiede e del combustibile utilizzato.

Nello specifico, il controllo dell’efficienza energetica si esegue ogni 2 anni per:

- Impianti termici con potenza superiore a 10 kW e inferiore a 100 kW, a combustibile liquido o solido

- Impianti con potenza superiore a 100 kW alimentati a GPL o gas metano

- Il controllo dei fumi va invece eseguito ogni 4 anni se si possiedono:

- Impianti alimentati a GPL o gas metano con potenza inferiore o pari a 100 kW

Per quanto riguarda gli impianti termici a combustibile solido o liquido, con potenza superiore a 100 kW, infine, il controllo va effettuato ogni anno.

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