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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Accusato di legami con la camorra, via al processo per il consigliere Guido

E’ iniziato questa mattina nel tribunale di Napoli Nord, il processo al politico leccese, confinato ai domiciliari per 139 giorni e ora libero. Tra i 47 imputati, anche il presunto intermediario salentino, D’Elia

LECCE - Si è aperto questa mattina dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Napoli Nord, il processo al clan Moccia, che vede tra i 47 imputati il consigliere di minoranza del Comune di Lecce Andrea Guido.

Per lui l’accusa è di corruzione aggravata dall’aver agevolato il sodalizio camorristico, in particolare di aver intascato 4mila euro (su una somma inizialmente concordata che sarebbe stata di 5mila) in due tranche, tra l’aprile e l’agosto del 2017, quindi negli ultimi mesi del mandato (terminato a fine luglio) di assessore nella giunta dell’allora sindaco Paolo Perrone, da parte di Francesco di Sarno, 50enne di Napoli, considerato braccio economico del clan.

Il politico leccese ha già annunciato attraverso i suoi legali, Andrea Sambati e Ivan Feola, che non farà istanza di rito alternativo, fiducioso di dimostrare a dibattimento la completa estraneità ai pesanti addebiti che gli sono costati 139 giorni di domiciliari.

Tra gli intermediari tra il capo e Guido, individuati dagli inquirenti, ci sarebbe Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli, finito anche lui al banco degli imputati, assistito dall’avvocato Giovanni Valentini.

Secondo le carte dell’inchiesta, quest’ultimo, per i suoi servigi, avrebbe ricevuto un orologio Rolex, degli occhiali e 500 euro.

Non c’è stata nessuna novità di rilievo in questa prima udienza, in cui sono state discusse alcune questioni preliminari da parte delle difese. In aula, per il proseguo delle discussioni si tornerà il 13 dicembre.

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