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Cronaca

Arrestato per spaccio, racconta “Senza il reddito di cittadinanza, non sapevo più come fare”

Si è tenuto ieri l’interrogatorio del 45enne leccese finito nei guai tre giorni fa, dopo la “visita” dei carabinieri. Ha ammesso gli addebiti davanti al giudice. Resta ai domiciliari

LECCE - Resta ai domiciliari Giuseppe Cazzella, il 45enne leccese arrestato tre giorni fa dai carabinieri della Sezione radiomobile di Lecce per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

La misura cautelare è stata convalidata dalla giudice per le indagini preliminari (gip) Simona Panzera, dinanzi alla quale ieri mattina si è svolto l’interrogatorio di convalida.

Durante il confronto col gip, l’indagato (assistito dall’avvocato Paolo Cantelmo) ha risposto alle domande, ammettendo le sue responsabilità, e ha raccontato di aver iniziato a spacciare per difficoltà economiche, non avendo un lavoro.

In particolare, Cazzella ha spiegato che nell’ultimo periodo le cose sarebbero peggiorate perché gli era stato revocato il reddito di cittadinanza e non sapeva davvero più come portare il pane a casa.

E’ nella sua abitazione, nella zona di piazzale Milano, nel quartiere Stadio, a Lecce, che i militari dell’Arma martedì pomeriggio hanno fatto irruzione, insospettiti già da qualche giorno che l’uomo svolgesse attività illecita. A risolvere il dubbio, le sostanze trovate in uno zaino all’interno di un ripostiglio: c’erano ben 310,43 grammi di eroina distribuiti in cinque grossi involucri, oltre a 37,06 grammi di cocaina, divisi in 45 dosi singole, più due involucri in cellophane.

Al termine della perquisizione domiciliare oltre alle sostanze stupefacenti, erano stati sequestrati anche un bilancino di precisione e un barattolo in plastica, che riportava la scritta “scitec nutrion caffeine” con 85 pastiglie di colore bianco, prive di etichetta identificativa.

Sentito il pubblico ministero di turno, Maria Vallefuoco, per Cazzella, fino a quel momento sconosciuto alle forze dell’ordine, erano stati disposti gli arresti domiciliari, confermati dal giudice in seguito all’interrogatorio di convalida.

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