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Cronaca

Colpi di kalashnikov nel campo Panareo: 22enne condannato a due anni e 4 mesi

Arriva la sentenza nel processo sull’episodio avvenuto lungo la statale 7 ter, a Lecce, nel novembre del 2019. All’origine dell’esplosione, la lite con una donna che lo incolpava di aver “armato” i suoi aggressori

LECCE - E’ di due anni e quattro mesi di reclusione, più una multa di 3.400 euro, la condanna inflitta a Saiti Agim, il 22enne nato a Messina arrestato il 3 novembre del 2019 per aver esploso colpi di kalashnikov nel campo Panareo, a Lecce, lungo la strada statale 7 ter,  dove è domiciliato, durante la lite con una donna.

La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi dal giudice Cinzia Vergine, al termine del processo discusso col rito abbreviato, in cui l’imputato era difeso dagli avvocati Stefano Stefanelli e Ladislao Massari.

La pubblica accusa aveva chiesto per lui una il doppio della pena: 4 anni e due mesi.

Stando alle indagini, condotte dal pubblico ministero Giorgia Villa con gli agenti della sezione volanti e i colleghi della squadra mobile, Saiti agì in quel modo al culmine di un diverbio avuto con una delle ospiti del campo che lo riteneva responsabile di aver procurato il mitra con il quale tre uomini l’avevano aggredita e minacciata poco prima.

In particolare, uno di questi, dal quale un anno addietro aveva ricevuto una Porche come pegno per la mancata restituzione di un prestito di 10mila euro, si presentò alla sua porta a volto scoperto, rivendicando la restituzione dell’auto; gli altri, erano invece a volto coperto e uno, armato di fucile mitragliatore avrebbe aperto il fuoco due volte: il primo proiettile raggiunse il finestrino della sua Smart, l’altro il paraurti.

Certo è che, giunti nel campo, i poliziotti trovarono un kalashnikov, munito di caricatore con tre cartucce e una camerata in canna pronta a sparare, con matricola abrasa, quello che Saiti avrebbe usato per esplodere colpi in aria con l'obiettivo di far allontanare la signora mentre urlava contro la sua famiglia. Il ragazzo fu così sottoposto alla prova dello stub e l'esito risultò poi positivo: tracce di polvere da sparo furono trovate sulla sua mano destra.

Accompagnato in carcere, in seguito ottenne i domiciliari, ma la misura fu revocata quando fu trovato in giro a bordo di uno scooter con una ragazza. Proprio nei giorni scorsi però, il Tribunale del Riesame ha accolto l’appello della difesa, concedendogli nuovamente i domiciliari.

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