Duplice delitto di via Montello, disposta perizia psichiatrica per l’assassino
La Corte d’Assise di Lecce ha accolto l’istanza di svolgere l’accertamento sulla capacità di intendere e di volere di Antonio De Marco, avanzata dai legali oggi, nella prima udienza del processo sul duplice delitto
LECCE - I piatti a tavola per la cena che doveva essere la prima di una lunga serie, finalmente insieme, sotto lo stesso tetto e, invece, quella del 21 settembre 2020 sarebbe stata l’ultima per Eleonora e Daniele, diventati essi stessi carne da macello. Ottanta coltellate sono state inferte contro i loro giovani corpi e a impugnare quel grosso coltello da caccia c’era un insospettabile studente di 21 anni: Antonio De Marco, di Casarano.
Aveva vissuto nella loro casa, in via Montello, a Lecce, per qualche mese come affittuario e, una volta andato via, aveva duplicato una copia delle chiavi per poi decidere di rimettervi piede nel giorno in cui la coppia aveva inziato a convivere, per uccidere animato da incontenibili sentimenti di rabbia, frustrazione, odio verso chiunque fosse felice.
Ma era capace di intendere e di volere? A stabilirlo sarà la perizia psichiatrica disposta questa mattina nella prima udienza del processo che si è aperto nell’aula bunker del carcere di “Borgo San Nicola” davanti alla Corte d’Assise e al quale l’imputato ha preferito non essere presente.
Il collegio, presieduto dal giudice Pietro Baffa (a latere la collega Francesca Mariano e i giudici popolari) ha così accolto la richiesta avanzata dai difensori, gli avvocati Giovanni Bellisario (qui, il video con la sua intervista) e Andrea Starace (nella foto sopra), fissando per il 2 marzo, la data in cui sarà conferito ad Andrea Balbi, professore presso La Sapienza di Roma, e a Massimo Marra, medico in servizio presso l’ospedale di Casarano, l’incarico di svolgere accertamenti sullo stato di salute mentale dell’imputato.
L’esame sarà svolto con gli esperti scelti dalle parti: Stefano Ferracuti, professore in psicologia clinica presso La Sapienza di Roma, e lo psichiatra Domenico Suma, dal pubblico ministero Maria Consolata Moschettini (che oggi in aula era affiancata dal procuratore Leonardo De Castris, nella foto); gli esperti Elio Serra, Felice Francesco Carabellese e Michele Bruno, dagli avvocati di De Marco, gli stessi che nei mesi scorsi avevano redatto la consulenza secondo la quale il quadro psicopatologico del 21enne “sia composito, grave e complesso, probabilmente non ancora del tutto strutturatosi, che rimanda alla dimensione psicotica, prima di tutto, ed autistica, di poi, della psicopatologia”.
Ed è proprio in base a questa relazione, depositata oggi alla Corte, che i legali avevano richiesto la perizia, ritenendola fondamentale al prosieguo del processo, e che già avevano avanzato in precedenza al giudice Michele Toriello, il quale l’aveva ritenuta inammissibile per questioni tecniche e non di merito.
E’ stata invece respinta, come annunciato nell’articolo di ieri, la richiesta di rito abbreviato, avanzata dai legali e in merito alla quale il presidente Baffa ha dichiarato che nel caso in cui all’esito del dibattimento non dovessero essere riconosciute le aggravanti (della premeditazione, la crudeltà e i futili motivi, per le quali De Marco rischia l’ergastolo), lo sconto previsto dal rito speciale potrà comunque essere recuperato.
Tra le parti civili in aula ci sono: Fernando De Santis e Floreana Rita Rossi, padre e madre di Daniele (con l’avvocato Mario Fazzini);le sorelle di Daniele, Antonella e Valentina (con l’avvocatessa Renata Minafra); Quintino Manta e Rosanna Carpentieri, padre e madre di Eleonora (con gli avvocati Luca Piri e Francesco Spagnolo); lo zio Cosimo Carpentieri (con l’avvocato Stefano Miglietta); e la nonna Luce Apollonio (avvocato Fiorella D’Ettore).
La Corte ha ritenuto ci fossero i presupposti di legge anche per accogliere l’istanza di costituzione di parte civile del Centro internazionale diritti umani (con l’avvocato Paolo Antonio D’Amico).