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Cronaca Squinzano

Feto morto in un sacchetto nell’armadio: nessun processo per la madre

Si è conclusa con esito favorevole la messa alla prova della 21enne originaria di Squinzano, accusata di infanticidio e occultamento di cadavere. Definitiva invece la condanna a 14 anni e mezzo ciascuno, per la sorella e il cognato

SQUINZANO - Non ci sarà nessun processo nei riguardi della giovane madre, originaria della zona di Squinzano,  accusata di aver riposto il bambino nato morto durante il parto in un sacchetto di plastica nell’armadio di casa. Nei riguardi della ragazza che all’epoca dei fatti, il 9 febbraio del 2017, aveva 17 anni, è stato disposto il non doversi procedere perché la messa alla prova durata più di due anni, stavolta, ha ottenuto il parere favorevole della giudice del tribunale per i minorenni Silvia Minerva.

Un primo iter finalizzato a ottenere l’estinzione dei reati di infanticidio e occultamento di cadavere era stato valutato insoddisfacente dalla giudice Ida Cubiciotti (come riportato in un precedente articolo), anche in considerazione dell’interruzione del percorso legata a una nuova gravidanza. L’imputata, dopo aver ottenuto una seconda possibilità, nei giorni scorsi ha chiuso il suo conto con la giustizia, assistita dall'avvocato Raffaele Benfatto.

Oltre a lei, sott’accusa finirono anche la sorella, di 32 anni, e il cognato, di 51. Per loro il finale della storia è stato moto diverso con una condanna a 14 anni e mezzo di  reclusione ciascuno, riconosciuta in ogni grado di giudizio, e diventata definita proprio dopo il pronunciamento della Corte di Cassazione.

I giudici furono tutti dello stesso avviso nel considerare la coppia responsabile di quanto accaduto, per non aver aiutato adeguatamente la familiare minorenne a partorire in condizioni di sicurezza e per averla aiutata a nascondere il piccolo nascituro.

Ma la verità venne a galla, quando la gestante fu accompagnata pronto soccorso del “San Giuseppe da Copertino”, a causa di una forte emorragia. I medici, compresa la ragione del sanguinamento, informarono dell’accaduto i carabinieri di Squinzano e l’apertura di due fascicoli d’inchiesta, uno della Procura per i minorenni, l’altro di quella ordinaria.

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