Freddato a 22 anni con un colpo di pistola alla testa, inflitti due ergastoli
Emesso il verdetto nel processo sull’omicidio del 22enne di Melissano Francesco Fasano, avvenuto il 25 luglio del 2018. Riconosciuta anche l’associazione finalizzata al traffico di droga con altre due condanne
MELISSANO - Non lascia dubbio il verdetto emesso dalla Corte d’Assise di Lecce: a uccidere il 22enne di Melissano Francesco Fasano con un colpo di pistola alla tempia, furono Daniele Manni, 41anni, di Casarano, e Angelo Rizzo, 29, di Melissano.
C’è l’ergastolo, con isolamento diurno per 18 mesi, nel dispositivo letto in mattinata dal giudice Pietro Baffa (nella foto) che ha così accolto l’istanza formulata dalla pubblica accusa, rappresentata dai pubblici ministeri Stefania Mininni e Maria Vallefuoco, i magistrati che avevano indagato (con l’aggiunto Guglielmo Cataldi) sul delitto compiuto il 25 luglio del 2018.
Manni rispondeva anche di duplice tentato omicidio per quei colpi di arma da fuoco indirizzati alle auto di Fasano e di Pietro Bevilacqua, 33 anni, di Casarano, qualche giorno prima della morte del primo, scaturita, secondo le indagini, da disaccordi nella gestione del mercato locale degli stupefacenti. Ma da questa accusa è stato assolto “per non aver commesso il fatto”.
I due imputati sono stati, invece, riconosciuti responsabili di aver fatto parte di un’associazione a delinquere impegnata nel traffico di droga, insieme ad Antonio Librando, 53 anni, e Luciano Manni, 68 anni, entrambi di Melissano, per i quali la condanna è stata rispettivamente di 14 anni e 24 anni di reclusione.
Per quest’ultimo reato, accertato dagli inquirenti proprio mentre cercavano di fare luce sull’omicidio, erano finiti sott’accusa anche altri sei uomini, nei riguardi dei quali il processo discusso col rito abbreviato si è concluso un mese fa con la loro assoluzione.
Non appena i giudici finiranno di mettere nero su bianco le motivazioni della sentenza (entro quindici giorni), che ha imposto anche il risarcimento del danno in separata sede e una provvisionale di 50mila euro a testa per i familiari di Fasano (parte civile con gli avvocati Arcangelo e Luigi Corvaglia), da parte di Manni e Rizzo, gli avvocati difensori Stefano Pati, Mario Ciardo, Francesca Conte ed Ezio Garzia, valuteranno il ricorso in appello.