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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Carmiano

Frode “carosello”, 18 indagati. Tra questi il consigliere regionale Mazzotta e il padre, ex sindaco di Carmiano

Notificato l’avviso di conclusioni delle indagini nell’ambito dell''inchiesta che vede coinvolti per una maxi evasione fiscale la famiglia Mazzotta e sei società. Padre e figlio sono accusati anche di truffa ai danni della Regione

CARMIANO - Un giro di fatture fittizie per evadere il fisco e ottenere contributi non dovuti dalla Regione: è quanto sostenuto dall’inchiesta della Procura di Lecce che vede indagato l’ex sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, di 51 anni, i suoi tre figli, il consigliere regionale di Forza Italia Paride, di 31 anni (nella foto), Hermes, di 26, e Greta, di 28, il fratello Pierluigi, di 52 anni, e altre 13 persone, tra rappresentanti legali e consulenti aziendali.

Si tratta di Luciana Quarta, 54 anni, originaria di Carmiano; Tony Giordano, 33, di Carmiano; Niceta Camassa, 38, di Melendugno; Pierpaolo Calabrese, 51, di Campi Salentina; Francesco Petito, 62 anni, di Veglie; Giovanni Bassi, 48, di Borgagne (frazione di Melendugno); Antonio Perrotta, 37, di Martano; Pantaleo Perrotta, 59 anni, di Martano; Antonio Quarta, 65, di Carmiano; Valerio Conversano, 67, di Carmiano; Dario Russo, 50 anni, di Nardò; Francesco Palumbo, 41, di Monteroni; Daniele De Leo, 54, di Lecce.

Oltre a questi, l’avviso di conclusione delle indagini firmato dal pubblico ministero Donatina Buffelli, ha raggiunto anche sei società: Europa Costruzioni srl, la cui attività sarebbe stata quella di costruire edifici residenziali; la Qt Service srl, operativa nell’allestimento di sale e noleggio di attrezzature, organizzazione e produzione di spettacoli; la Pgh Barone di Mare srl, impegnata nell’attività alberghiera e di villaggi turistici nella zona di Torre dell’Orso, e la società socia Pgh Hotel&Resort; la Madigest Hotel&Resort srl attiva nell’allestimento di strutture turistiche e alberghiere, e la Tiemme Vacanze, che gestisce case e appartamenti per vacanze.

Secondo le indagini, il sistema usato per ingannare il fisco sarebbe stato quello della cosiddetta frode “Carosello”, dove una società “cartiera”, priva di organizzazione aziendale e intestata a soggetti prestanome, viene frapposta tra gli effettivi soggetti dello scambio per consentire indebite detrazioni dell’imposta o sovrafatturazioni della merce ceduta o del servizio reso. Lo scopo è quello di simulare passaggi intermedi delle prestazioni e di convogliare in capo alla società cartiera gli obblighi di versamento delle imposte che di fatto non saranno mai rispettati. L’Erario dunque non solo non incasserà quanto gli spetta ma si vedrà costretto a riconoscere un corrispondente credito al beneficiario della fatturazione fittizia.

Per rendere più difficoltosa la ricostruzione da parte degli organi accertatori, lo schema prevede l’impiego delle società “filtro”, quelle da frapporre tra la cartiera e il destinatario finale, così da allungare i passaggi della merce o delle prestazioni.

In particolare, l’inchiesta racconta che a fare da cartiera sarebbe stata la società Europa Costruzioni, di cui Giancarlo Mazzotta sarebbe stato l’amministratore di fatto, e il figlio Paride, il proprietario occulto, costituita nel gennaio 2017 proprio per essere interposta tra la Pgh Barone di Mare, committente dei lavori di ristrutturazione della struttura turistico alberghiera Barone di Mare, a Torre Saracena (frazione di Melendugno), e le società appaltatrici direttamente contattate e gestite dall’ex sindaco.

Le fatture emesse negli anni 2017 e 2018 avrebbero consentito alla Barone sia un’indebita detrazione di imposta sia di documentare maggiori spese per i lavori e sovrafatturare le prestazioni rese, permettendo così ai Mazzotta di attestare importi per la ristrutturazione della struttura alberghiera necessari per poter ottenere il contributo dalla regione Puglia.

Per questo, tra le accuse, c’è anche quella della truffa all’Ente che concesse un “aiuto” per l’importo massimo previsto dal bando pari a circa 4milioni di euro, grazie al quale sarebbero state realizzate opere non inserite nel progetto perché non previste dal bando, come l’abbattimento di due ali di fabbricati e la realizzazione di un nuovo centro benessere.

Secondo l’accusa, a fare da “filtro” tra Europa Costruzioni e la PGh Barone di Mare sarebbe stata la società “Giordano Infissi”.

Padre e figlio rispondono anche di turbata libertà degli incanti in merito alla gara per l’acquisto del complesso aziendale destinato ad albergo a Torre dell’Orso della società “Li Tamari” (oggetto di una procedura esecutiva). Avrebbero escogitato un piano, che avrebbe previsto anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, attraverso il quale sarebbero entrati in possesso dell’albergo potendo rilanciare a qualunque cifra perché il surplus versato sarebbe stato recuperato subito dopo.

Ora che è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini, gli interessati hanno venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogati, produrre e depositare memorie, chiedere al pm il compimento di atti di indagine. A difenderli ci penseranno gli avvocati Andrea Sambati; Paolo Spalluto; Stefano De Francesco; Lorenzo Rizzello; Giuliano Fina; Enrico Cimmino; Simona Guido; Giuseppe Romano; Antonio Luceri; Alberto Gatto, Maria Luce Greco.

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