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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

“Labirinto”, annullati vent’anni al presunto boss: pena da rivedere

La Cassazione ha accolto solo due ricorsi, uno dei quali riguarda Vincenzo Rizzo, il 57enne di San Cesario ritenuto personaggio di spicco dell’operazione eseguita dai carabinieri del Ros, il 2 luglio del 2018

ROMA - Aveva rimediato 20 anni di reclusione in abbreviato con l’accusa di essere a capo di uno dei due gruppi, individuati dall’operazione “Labirinto”, che in accordo tra loro, e in stretto contatto con un'organizzazione albanese, avrebbero fatto affari soprattutto con la cocaina, l’eroina e la marijuana. La sentenza era stata confermata anche in secondo grado, ma nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso presentato da Vincenzo Rizzo, 57 anni di San Cesario, attraverso gli avvocati Pantaleo Cannoletta e Alessandro Costantini Dal Sant, disponendo un nuovo giudizio d’appello che tenga conto della continuazione della pena.

La stessa decisione è stata presa dagli “ermellini”, ma  in relazione a valutazioni sulla recidiva, anche nei riguardi di Michele Sterlicchio, 56 anni di Lecce (anche questi difeso dall’avvocato Cannoletta), che aveva rimediato 10 anni e 4 mesi. Quanto agli altri ricorsi sono stati in parte dichiarati inammissibili e in parte rigettati.

Confermato in Cassazione, anche il risarcimento del danno in favore del Comune di Monteroni, parte civile con l'avvocato Tony Indino.

Nel processo d’appello

Nel giugno del 2021 la Corte d’Appello di Lecce confermò le seguenti condanne: 20 anni a Saulle Politi, 50, di Monteroni; 7 anni a Davide Quintana, 40, di Gallipoli; un anno e 4 mesi (pena sospesa), più 3mila euro di multa a Giovanni Bergamo, 27 anni, di Monteroni; 6 anni e 10 mesi a Vito Bollardi, 40, di San Cesario di Lecce; 10 anni e 8 mesi ad Antonio De Carlo, 46, di San Pietro in Lama; 10 anni e 8 mesi a Giuseppino Mero, 57, di Cavallino; un anno e 4 mesi (col beneficio della pena sospesa) più multa di 4mila euro a Jessica Pareo, 39, di Surbo; 8 anni a Fabio Rizzo, 51, di San Donato di Lecce; 7 anni a Gabriella Scigliuzzo, 48 anni, di Gallipoli; 8 anni, a Tonio Totaro, 43, di Lequile.

La Corte rideterminò alcune lpene comminate in primo grado, sempre col rito speciale, calcolate in continuazione a precedenti condanne diventate nel frattempo definitive: 6 anni, dieci mesi e dieci giorni per Alessandro Scalinci, 37 anni, di Guagnano; 16 anni, due mesi e tredici giorni per Tommaso Danese, 45, di Monteroni; 15 anni, sette mesi e 20 giorni, per Ervin Gerbaj, 40 anni, di Valona (Albania); 9 anni, 8 mesi e 26 giorni per Marenglen Halka, 40, di Fier (Albania); 5 anni, 11 mesi e 20 giorni, in continuazione a una precedente condanna, per Marjus Halka, 37, di Fier; 5 anni, due mesi e venti giorni, Gianluca Lorè, 38, di Brindisi; 9 anni e 4 mesi in continuazione per Alessandro Quarta, 38, di Lecce ma residente ad Arnesano.

Il verdetto fu alleggerito per altri cinque imputati: da 12 anni e 8 mesi a 8 anni e 8 mesi, per Massimo Cosi, 49 anni, di San Cesario di Lecce; da un anno e mezzo, più 3mila di multa, a un anno e 2mila euro di multa per Paolo Donno, 43, di Martignano; da 10 anni a 7 anni e dieci mesi per Gabriele Tarantino, 42, di Monteroni; da 12 anni e 8 mesi a 7 anni e 4 mesi per Francesco Ingrosso, 41, originario di San Pietro Vernotico ma residente a Guagnano; da 7 anni a 6 anni e nove mesi per Antonio Malazzini, 49, di Frigole. 

Facevano parte del pool difensivo, gli avvocati: Umberto Leo, Cosimo D’Agostino, Raffaele Benfatto, Luigi Rella, Raffaele Benfatto, Simona Ciardo, Alexia Pinto, Laura Minosi, Angelo Ninni, Donata Perrone, Rita Ciccarese, Massimo Bellini, Dario Budano, Ladislao Massari, Elvia Belmonte, Vincenzo Del Prete, Stefano Pati, Giuseppe Tondi, Francesco Calabro, Pantaleo Cannoletta, Carlo Sariconi, Simone De Riccardis, Massimo Pagliaro.

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