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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

"Mercante in fiera", il pm chiede condanne per 15 imputati

Prime richieste di condanna per l'operazione che circa un anno fa portò all'arresto di 25 persone, con altre 14 indagate a piede libero, con l'accusa di traffico di droga ed estorsione

LECCE - Prime richieste di condanna nell'ambito dell'operazione denominata "Mercante in fiera", che circa un anno fa portò all'arresto di 25 persone, con altre 14 indagate a piede libero, con l'accusa di traffico di droga ed estorsione. A dare avvio alle indagini, nell'aprile del 2009, la denuncia di tentata estorsione sporta da un imprenditore di Galatina, organizzatore anche di eventi presso la Fiera. Da qui sarebbe emerso, a detta degli investigatori, l'interesse di uomini legati allo storico clan Coluccia di espandere le proprie attività. Non è una novità comunque, il tentativo d'infiltrazione nel tessuto economico della malavita organizzata, come già evidenziato in più occasioni dal procuratore Cataldo Motta. Dalle intercettazioni ambientali sarebbe emerso un quadro molto più ampio, con un vasto traffico di sostanze stupefacenti con ramificazioni fra Galatina, Copertino, Monteroni, la stessa Lecce e Leverano.

Nell'udienza di oggi, dinanzi al gup Nicola Lariccia, sono state formulate le richieste di condanna per i 15 imputati che hanno scelto il giudizio con rito abbreviato. Per Giuseppe Bergamo il pubblico ministero Antonio De Donno ha chiesto una pena pari 7 anni e sei mesi di reclusione; 4 anni e 20mila euro di multa per Patrizia Catanzaro; 10 mesi e 4mila euro per Danilo Pasquale Coluccia; 8 anni e 24mila euro per Salvatore Conversano; 2 anni e 4mila euro per Claudio Erpete; 7 anni e sei mesi e 24mila per Vanessa Lezzi; 8 mesi e 4mila euro per Perdonato Ligori; 7 anni e 21mila euro per Stefano Mega; 7 anni e sei mesi per Carmen Murrone; 7 anni e sei mesi e 24mila euro per Angela e Carla Protopapa; 15 anni e 40mila euro per Antonio Protopapa; 14 anni e 35mila euro per Rosanna Tornese e 4 mesi e 2mila euro per Settimo Protopapa. Chiesta l'assoluzione, invece, per Luca Patera. 

1-310 (1)-2Secondo l'ipotesi accusatoria il tentativo di estorsione sarebbe stato messo a segno da Luigi Di Gesù, ritenuto un elemento di spicco del clan. La richiesta: 30mila euro. Soldi che, proprio in quei giorni cui si era in via d'organizzazione un evento presso la fiera galatinese, sarebbero serviti per la "protezione" sulle attività commerciali. Sarebbe stato lo stesso Di Gesù a presentarsi come esponente del clan facente capo ai fratelli Coluccia di Galatina e Noha. Una sorta di referente, essendo entrambi ancora ristretti. I carabinieri, raccolta la denuncia, hanno iniziato a controllare e pedinare determinati personaggi, avviando intercettazioni telefoniche e ambientali (non ultime, anche videoriprese), infiltrandosi nell'ambiente criminale. E' stato in questo modo che s'è arrivati, risalendo l'argine, anche a due distinte associazioni finalizzate al traffico di sostanze stupefacenti. Non di rado, le intercettazioni mettono a nudo situazioni diverse, rispetto a quelle per le quali originariamente era partita un'inchiesta.

L'inchiesta avrebbe poi messo in evidenza l'esistenza di una presunta associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di cocaina e hashish su Galatina, della quale avrebbero fatto parte Antonio Lagna, Roberto Tundo, Alessandro Ciccardi, Pietro Narcisi e Massimiliano Ciccardi. A coordinare il tutto, per i carabinieri, sarebbe stato Lagna, il quale avrebbe impartito disposizioni circa i modi ed i tempi dell'attività di spaccio, oltre che sul recupero dei proventi. Si è poi arrivati a scoprire un altro gruppo, che si sarebbe invece dedicato allo smercio di eroina. A capo di questo, vi sarebbe stato Alessandro Vadruccio, in collaborazione Marco Rossetti e Andrea Lo Bue.

Le indagini hanno fatto luce anche un secondo gruppo, in un'altra zona. Senza alcun legame con il primo, comunque, come evidenziato dal procuratore aggiunto De Donno. Fra Copertino, Monteroni e dintorni (comprese puntate sul capoluogo), il traffico di cocaina sarebbe stato gestito da Antonio Protopapa, Salvatore Conversano, Rosanna Tornese, Angela Protopapa, Carla Protopapa, Daniele Spedicato, Stefano Mega, Giuseppe Bergamo, Vanessa Lezzi, e Carmen Murrone. Con Antonio Protopapa, Rosanna Tornese e Salvatore Conversano ritenuti i personaggi di spicco. Protopapa, in particolare, avrebbe avuto la funzione di coordinatore, insieme alla convivente Rosanna Tornese, che in alcune occasioni l'avrebbe anche sostituito nella gestione dello spaccio. Conversano sarebbe stato, a sua volta, un loro punto di riferimento.

Di risalto anche le figure di Spedicato, Bergamo e Mega, sia per l'attività in proprio, sia nelle vesti di corrieri, consegnando la droga agli altri sodali. Angela Protopapa, Carla Protopapa, Vanessa Lezzi e Carmen Murrone, in tutto questo, avrebbero provveduto a procacciare i clienti. Nelle conversazioni telefoniche, il linguaggio sarebbe stato criptico. La droga, chiamata nei modi più singolari: "bicchiere di aperitivo, viaggio, favore, minuti, frutti di mare, carne cotta, cruda" e via dicendo. Caso a parte, quello di Erpete. Questi avrebbe aver violato le prescrizioni riguardanti la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, e avrebbe frequentato ripetutamente Antonio Protopapa, Salvatore Conversano e Stefano Mega (tutti già noti alle forze di polizia), per l'acquisto della droga.

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