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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Missive e regali in carcere all’assassino e il cappellano diffidato si dimette

Don Sandro Elia avrebbe fatto da “postino” per Antonio De Marco, reo confesso del duplice omicidio di via Montello. Convocato per un colloquio dalla direzione del penitenziario, rassegnò le dimissioni

LECCE - Consegnò una lettera scritta da Antonio De Marco, lo scorso ottobre, a una delle sue amiche del corso di laurea in Scienze Infermieristiche e avrebbe portato al detenuto anche un fumetto, accompagnato da un biglietto, da una parte di una giornalista di un’emittente nazionale. Sono questi i motivi per cui il cappellano del carcere, don Sandro Elia, fu destinatario della diffida firmata dalla direttrice del carcere Rita Russo, in seguito alla quale si dimise.

I controlli sulla corrispondenza erano stati delegati alla direzione del penitenziario ­­­­­di “Borgo San Nicola” dal giudice per le indagini preliminari Michele Toriello, su richiesta del pubblico ministero Maria Consolata Moschettini che aveva tenuto conto sia del fatto che il ragazzo, durante un incontro,  avesse consegnato al cappellano un manoscritto da recapitare all’esterno ma anche dell’invio allo stesso detenuto di comunicazioni intimidatorie e dell’interesse di mitomani e molestatori causato dal clamore mediatico suscitato dal delitto.

Dopo gli accertamenti, il 3 novembre, nel giorno in cui gli fu recapitata la convocazione di un colloquio con la direttrice, nella quale gli era stata comunicata anche la revoca dell’autorizzazione a incontrare De Marco, il parroco presentò le dimissioni.

Nel biglietto che avrebbe scritto una giornalista si legge: “Caro Antonio, ti mando questo fumetto perché so che ti piacerebbe continuare la lettura. Se vorrai ti invierò i numeri seguenti. Non mi conosci, ma don Alessandro ti racconterà di me. Voglio solo che tu sappia che NON SEI SOLO, nel buio c’è sempre una mano tesa che illumina il futuro. Prenditi cura di te. Se vuoi puoi scrivermi (segue l’indirizzo postale, ndr). Ciao Anto!”.

Il foglio e il fumetto furono oggetto di una segnalazione da parte del personale penitenziario inoltrata alla direzione e all’autorità giudiziaria per valutare l’adozione di eventuali provvedimenti nei riguardi del sacerdote che, si sottolinea nella nota, “noncurante delle disposizioni generali che precludono in assoluto la consegna di effetti o la agevolazione di contatti con l’esterno da parte degli operatori, abbia consegnato al detenuto – senza previa autorizzazione – un fumetto a sua volta ricevuto da terza persona all’esterno di questa struttura, ma circostanza ancor più grave, avrebbe agevolato indebitamente la comunicazione, tra tale persona all’esterno con il De Marco”.

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