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Cronaca Nardò

Moglie e figlia costrette a rifugiarsi sul terrazzo per sfuggire alle violenze: tre anni a un 70enne

Emesso il verdetto nel processo abbreviato nei riguardi di un neretino accusato di ripetute vessazioni tra le mura domestiche. Il giudice Tosi gli ha imposto anche il pagamento di una provvisionale di 40mila euro

NARDO' - Spendeva tutti i soldi della famiglia in alcol e slot machine, poi ubriaco prendeva a calci, anche al volto, e a pugni la moglie, la offendeva nel peggiore dei modi, come faceva anche con la figlia, negando persino la paternità. In una circostanza le due donne furono costrette a rifugiarsi e a chiudersi a chiave sul terrazzo di casa per sottrarsi all’ira e alla violenza gratuita dell’uomo al quale erano legate.

Questo copione dell’orrore sarebbe durato almeno due anni, dal 2018 al 2020, quando il marito e padre padrone, un 70enne di Nardò, fu colpito dall’obbligo di allontanamento dalla casa familiare e dal divieto di avvicinamento alle vittime, disposti dal giudice per le indagini preliminari Simona Panzera.

Così, per lui, che dal banco degli imputati rispondeva dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni, è stato emesso un verdetto di colpevolezza: tre anni di reclusione.

La sentenza è stata emessa nei giorni scorsi dal giudice per l’udienza preliminare Sergio Tosi, all’esito del processo discusso col rito abbreviato durante il quale la pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, aveva chiesto una condanna a due anni.

Sono diversi gli episodi finiti all’attenzione del giudice che hanno per sfortunata protagonista soprattutto la moglie, pestata ripetutamente negli anni, e che in un’occasione a causa dei colpi subiti si fratturò un dito.

Ma, secondo l’accusa, il 70enne avrebbe percosso anche la figlia, e un giorno in particolare (lo scorso 27 ottobre) sarebbe stata schiaffeggiata con una tale violenza da riportare lesioni giudicate guaribili in cinque giorni.

Il dispositivo emesso dal gup, ha inoltre imposto all’imputato (difeso dall’avvocato Mauro Falangone) un immediato risarcimento del danno per complessivi 40mila euro (20mila a testa) nei riguardi della moglie e della figlia, parti civili con l’avvocato Maria Cristina Brindisino. Il resto sarà liquidato in separata sede.

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