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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca Racale

Rapina in farmacia: il 46enne reo confesso dai domiciliari finisce in carcere

Il giudice ha aggravato la misura nei riguardi del responsabile del colpo messo a segno il 7 dicembre a Racale. Questo, all’esito dell’interrogatorio, durante il quale l’indagato ha ammesso di aver agito così perché aveva bisogno di soldi per acquistare la droga

RACALE - E’ finito in carcere Massimiliano De Vitis, il 41enne racalino, disoccupato e noto alle forze dell'ordine, arrestato per il colpo messo a segno nel pomeriggio del 7 dicembre nella farmacia “Peschiulli”, in piazza Santissima Addolorarata, nel centro di Racale.

La misura cautelare inizialmente disposta nei suoi riguardi era quella dei domiciliari, ma il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati ha ritenuto di doverla aggravare, all’esito dell’interrogatorio, durante il quale l’indagato, alla presenza dell’avvocato difensore Giacinto Mastroleo ha ammesso gli addebiti, spiegando di aver agito in quel modo perché aveva bisogno di soldi per acquistare la droga.

In considerazione della sua confessione piena, della sua personalità, dei gravi indizi raccolti dagli investigatori, attraverso la visione dei filmati delle telecamere di sorveglianza e le testimonianze delle vittime, in particolare delle due farmaciste e del direttore dell’esercizio commerciale, il gip ha scelto di applicare la misura più restrittiva. Anche perché, si osserva nell’ordinanza, pur volendo concedere i domiciliari, il 41enne non avrebbe a disposizione alcuna abitazione.

Qualche ora dopo il colpo, avvenuto intorno alle 16.30, i carabinieri della stazione locale rintracciarono De Vitis e lo accompagnarono in caserma: addosso aveva le stesse scarpe nere con strisce rosse e i jeans blu uguali a quelli utilizzati dal rapinatore ripreso dagli “occhi elettronici”.

Lo stesso ammise spontaneamente di essere stato lui a fare irruzione nella farmacia, col volto coperto da una mascherina chirurgica, e di aver puntato la lama di un coltello alla gola della dottoressa che si trovava dietro al bancone; di aver ingaggiato una breve colluttazione col titolare, per fortuna senza conseguenze, intervenuto in difesa della donna, riuscendo così a farsi consegnare 300 euro, prima di darsi alla fuga.

“Solo la presa di coscienza della propria problematica di dipendenza (che sembra essere iniziata, attese le dichiarazioni rese in sede di interrogatorio di garanzia) e l’inizio serio di presa di contatto con il Servizio Sanitario pubblico in ambito di dipendenze potrà offrire, nel prossimo futuro una possibilità di contenimento delle esigenze cautelari in ambito extramurario ed in ambiente di comunità”, ha spiegato il giudice, al vaglio del quale adesso c’è la richiesta di De Vitis dei domiciliari presso una comunità di recupero.

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