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Cronaca Trepuzzi

“Se rubi ancora ti sparo”, poi il pestaggio a colpi di mazza: in tre condannati a 15 anni

E’ di 5 anni a testa la pena contenuta nella sentenza emessa ieri nel processo sulla spedizione punitiva avvenuta il 18 marzo 2017 a un uomo di Trepuzzi perché ritenuto responsabile di un furto

TREPUZZI - “Non devi più rubare altrimenti ti sparo in testa”, questa la minaccia rivolta a un uomo di Trepuzzi ritenuto responsabile di un furto e che, per questo, fu picchiato con una mazza da baseball da un gruppo composto da tre suoi compaesani, il 18 marzo del 2017.  

Le indagini consentirono di risalire alla identità dei responsabili che ieri sono stati condannati a cinque anni di reclusione a testa: Angelo Vincenti, 29 anni, Cosimo Alessandro Coluccia, di 26, e Stefano Perlangeli, di 24.

La sentenza è stata emessa dal collegio della prima sezione penale del tribunale di Lecce, presieduto dal giudice Roberto Tanisi, dinanzi al quale hanno retto tutti i reati contestati, violenza privata, lesioni personali aggravate, minaccia, tentata estorsione, eccetto quello di rapina per il quale il  verdetto è stato assolutorio.

Il pubblico ministero Maria Vallefuoco aveva invocato per tutti la pena di cinque anni e mezzo.
Le motivazioni del dispositivo saranno depositate entro novanta giorni, al termine dei quali, gli avvocati difensori (David Alemanno, Marco Pezzuto e Salvatore Rollo) valuteranno il ricorso in appello.

Quanto al risarcimento alla vittima (parte civile al processo con l’avvocato Tommaso Stefanizzo) che a causa di quell’aggressione riportò ferite giudicate guaribili in dieci giorni, il dispositivo ha stabilito che debba essere quantificato e liquidato in separata sede.

Stando alla ricostruzione accusatoria, Vincenti avrebbe contattato al telefono il malcapitato per dargli un appuntamento sostenendo di aver bisogno di parlare con lui di persona; all’incontro si sarebbe presentato con i complici e sull’auto condotta da Coluccia portarono la vittima in una strada isolata di campagna tra Trepuzzi e Villa Convento, dove fu spinta fuori dall’abitacolo e aggredita. In particolare: Vincenti l’avrebbe picchiata con la mazza, minacciandola che se avesse rubato ancora le avrebbe sparato in testa, mentre gli altri due avrebbero infierito con calci e pugni e Coluccia le avrebbe chiesto di versare settimanalmente sia a lui che a Vincenti una parte del suo  stipendio come condizione per evitare nuovi pestaggi.

L’uomo, ferito, sarebbe stato lasciato sul posto senza scarpe, per questo agli imputati era contestato anche il reato di rapina, dal quale però come detto sono stati assolti.

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