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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Abbandonate solo la città

Al via la Campagna Lav contro l'abbandono degli animali. Nonostante le molte campagne di sensibilizzazione promosse in questi anni, il fenomeno dell'abbandono resta nel nostro Paese una realtà diffusa

Al via la Campagna Lav contro l'abbandono degli animali. Nonostante le molte campagne di sensibilizzazione promosse in questi anni, il fenomeno dell'abbandono resta nel nostro Paese una realtà ancora ampiamente diffusa; sebbene da alcuni anni si sia verificato un leggero decremento (3-4% anno), si stima che ogni anno vengono abbandonati 150.000 animali domestici (cani e gatti).
La loro sorte è tristemente nota: l'80% morirà in incidenti stradali, subirà maltrattamenti o potrà essere vittima dell'addestramento dei cani da combattimento, il resto trascorrerà la propria esistenza nell'angusta gabbia di un canile. Il fenomeno dell'abbandono avviene tutto l'anno e le punte massime si registrano nel periodo di apertura della caccia. Per la prevenzione del randagismo e la tutela degli animali domestici, sono state approvate la legge nazionale 281 del 1991 e numerose leggi regionali, dotate di sufficiente copertura finanziaria, che affidano alle amministrazioni comunali compiti di tutela degli animali e precise responsabilità nella prevenzione del randagismo. A tutt'oggi la normativa nazionale è ancora ampiamente ed intorno a questo vuoto si sono sviluppati fenomeni che fanno del randagismo un vero e proprio business.

Il business randagismo
Sull'abbandono degli animali si è innestato un giro di affari stimato in almeno 300 milioni di euro l'anno.
Alcuni privati hanno costruito la loro fortuna grazie a convenzioni con amministrazioni locali compiacenti, spesso aggiudicate con gare d'appalto al ribasso d'asta (quasi sempre illegittime). I cani, una volta "appaltati", vengono rinchiusi a vita in strutture spesso fatiscenti, veri e propri lager dove è impedito l'accesso al pubblico. Il contributo economico elargito per ogni cane può variare da 1,50 a oltre 7 euro al giorni, arrivando a raggiungere cifre altissime. Diventa chiaro pertanto l'interesse nel settore dimostrato da persone senza scrupoli. In modo sempre più frequente negli ultimi anni, attraverso un'opera di monitoraggio operata dalla Lav e grazie alle segnalazioni giunte alla nostra associazione, è stato possibile denunciare realtà terribili di sfruttamento dei cani randagi. I casi di maltrattamento sono all'ordine del giorno: cani ammassati in anguste gabbie, in manufatti edili incompleti e recinti superaffollati, esposti il più delle volte alle intemperie; spesso non sono rispettati i requisiti minimi di legge. Quest'anno alcuni lager sono stati chiusi, il titolare di una di queste strutture arrestato, percepiva compensi per oltre 600 cani morti già da tempo; nonostante le molte vittorie, molti canili lager continuano a sorgere e nel giro di pochi mesi ad ottenere appalti milionari.

Un reato mortale
Ogni persona ha la possibilità e il dovere di denunciare alle Forze dell'Ordine chi ha abbandonato, chi maltratta un animale o anche chi non iscrive il proprio animale all'anagrafe canina. Ma abbandonare un animale è soprattutto un reato "morale", un gesto di profonda inciviltà che, come tale, non può essere lasciato passare in silenzio. Per questo se tutti saremo in grado di dare voce ala propria coscienza potremo fermare coloro che ancora considerano un animale un oggetto da usare finché si vuole per poi gettarlo ai margini di una strada.
Una battaglia di civiltà

Per prevenire il randagismo si può fare ancora molto; a tale scopo la Lav ha presentato una lista di proposte concrete che integrino e diano piena applicazione alle leggi esistenti: dall'istituzione del cane di quartiere, alla riqualificazione dei canili sanitari e dei rifugi, dalla registrazione di cani e gatti nello stato di famiglia, all'introduzione del microchip come sistema unico di identificazione dei cani, già previsto da un recente decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Fondamentale poi la diffusione di campagne di adozione, lo sviluppo di programmi di sterilizzazione e l'introduzione del divieto di vendita degli animali, vero e proprio serbatoio del randagismo. Provvedimenti concreti che possono essere tradotti in legge e applicati dalle nostre amministrazioni.

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