rotate-mobile
Cronaca

Abusi su due bambine: a processo un istruttore di equitazione

Finisce al banco degli imputati, un 65enne originario del Brindisino accusato di aver molestato la nipote, da quando aveva nove anni, e di aver palpeggiato una 13enne con la scusa di insegnarle “i segreti per entrare in empatia con il cavallo”

LECCE - Si aprirà il prossimo 6 marzo dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Lecce il processo nei riguardi dell’istruttore di equitazione, un 65enne originario del Brindisino, accusato di aver molestato, in un maneggio nel Leccese, un’allieva all’epoca dei fatti 13enne e, in numerose occasioni, una bambina di cui era prozio.

Il rinvio a giudizio è stato disposto questa mattina dalla giudice Silvia Saracino, su sollecitazione del pubblico ministero Luigi Mastroniani che indagò sul conto dell’uomo ottenendo, lo scorso luglio, il suo arresto in carcere (ora è ai domiciliari a Roma, poiché concessi in una città diversa da quella di residenza).

Assistito dall’avvocata Francesca Conte, l’imputato che, durante l’udienza preliminare aveva provato invano a essere giudicato col rito abbreviato condizionato da una perizia medico legale sulla sua persona, dovrà respingere addebiti pesanti.

Stando alle carte dell’inchiesta, il 16 maggio del 2021, dopo aver carpito la fiducia dell’allieva 13enne in precedenti lezioni, l’avrebbe accompagnata in un luogo isolato con la scusa di insegnarle un metodo speciale per entrare in empatia con il cavallo; l’avrebbe dunque afferrata per il polso e costretta a toccare le parti intime dell’animale, per poi allungare le sue mani sul corpo della giovane. Al rifiuto di questa, l’istruttore avrebbe replicato “se non mi hai fatto fare questa cosa, io non posso più fare niente”, alludendo all’impossibilità di proseguire quel pretestuoso insegnamento.

Della bambina di nove anni, invece, l’uomo avrebbe abusato ripetutamente, in qualità di prozio,  da da quando aveva nove anni, dal 2018 al 2020, e in diverse circostanze (in una roulotte sulla strada per il maneggio, in campagna, all’interno della sua autovettura, nella sua abitazione, in un appartamento in costruzione), cercando poi di comprare il suo silenzio con regali, cioccolata e denaro o spaventandola perché “altrimenti sarebbe scoppiata una guerra e la mamma non le avrebbe voluto più bene”.

A scoprire le molestie fu proprio la madre che, dopo aver appreso come confidenza dallo stesso familiare di un’inchiesta avviata contro di lui, sollecitò la figlia per verificare se anche lei avesse subito attenzioni “particolari”. Ad alimentare i dubbi erano stati il ritrovamento di una lettera scritta dalla bambina alla sua amichetta e confidente, in cui si faceva riferimento a un “segreto inconfessabile”, il rifiuto della piccola, dall’aprile del 2020, di vedere lo zio, senza una ragione, manifestazioni di insicurezza e ansia, calo del rendimento scolastico e incontinenza notturna.

Arrivata l’amara conferma, la donna sporse denuncia ai carabinieri e successivamente presentò un’integrazione di querela, perché il 65enne, venuto a conoscenza dell’ulteriore indagine a suo carico, avrebbe stalkerizzato, con appostamenti, la famiglia, per condizionarla in vista dell’imminente incidente probatorio.

Le due ragazzine, ascoltate in forma protetta nel tribunale per i minorenni, confermarono le accuse e, nel processo, le rispettive famiglie saranno parti civili con gli avvocati Anna Maria Ciardo e Giacinto Epifani del foro di Lecce, e Pasquale Morleo del foro di Brindisi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Abusi su due bambine: a processo un istruttore di equitazione

LeccePrima è in caricamento