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Cronaca

Abuso d’ufficio e falsità ideologica, va a processo il sindaco di Ruffano

All'epoca era dirigente dell’ufficio tecnico di Miggiano. Per l’accusa avrebbe agevolato un’impresa per i lavori del mercato

Sarà un processo a stabilire se è vero che il sindaco di Ruffano Antonio Rocco Cavallo, 51 anni, agevolò una ditta per i lavori nel mercato coperto di Miggiano, al tempo in cui ricopriva il ruolo di dirigente responsabile dell’ufficio tecnico. Oltre a lui, che dal banco degli imputati dovrà difendersi dalle accuse di falsità ideologica e abuso d’ufficio, ci sarà anche l’imprenditore che sarebbe stato avvantaggiato: Daniele De Giorgi, 55 anni, di Taurisano, responsabile legale della omonima società. Questi risponderà di frode nelle pubbliche forniture, per non aver eseguito correttamente i lavori così come previsto dal contratto stipulato con l’ente, insieme ad Andrea Toma, 40 anni, di Casarano, titolare di un’altra ditta, “Art Rame di Toma Andrea”, che svolse alcuni interventi nei locali del mercato.

Il processo si aprirà il 17 settembre, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Lecce. E’ quanto ha stabilito, al termine dell’udienza preliminare, il gup Edoardo D’Ambrosio chiamato a decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Emilio Arnesano. Sono tre le determine “incriminate” con le quali l’ex dirigente avrebbe dichiarato il falso, finite poi sotto la lente del magistrato: con la prima (la n.257 del 3 luglio 2015) si attestava che gli interventi fossero “imprevedibili, urgenti ed indifferibili”, quando in realtà dai risultati delle prove sulla staticità dell’edificio, commissionati dallo stesso ufficio di Cavallo alla società “Geoprove” e noti già dal 2004, non sarebbe emerso alcun carattere d’urgenza.

Questa attestazione, insieme all’indicazione di spesa, per una cifra inferiore a 40mila euro, ha consentito al Comune di procedere all’affidamento diretto dei lavori, quindi senza l’obbligo di indire un bando di gara. Per l’accusa, però, il costo reale (che secondo il preventivo ricevuto da un’altra impresa specializzata si aggirerebbe sui 64mila euro) sarebbe stato frazionato, tant’è che Cavallo con un successivo ordine (il 22 settembre 2015) affidò alla stessa ditta i lavori per la fornitura e posa in opera di 10 pilastri per l’ulteriore somma di circa 17mila euro. Con una seconda determina (la n.383 del 2 ottobre 2015) Cavallo avrebbe affidato alla “De Giorgi” opere di pitturazione per 7mila euro, nonostante avesse ricevuto un preventivo inferiore da un gruppo di artigiani, ai quali poi lo stesso De Giorgi avrebbe affidato il lavoro in subappalto. Con la determina n.642 del 31 dicembre 2015, infine, sarebbe stato attestato falsamente che i lavori di impermeabilizzazione del mercato erano stati ultimati dalla ditta “Art Rame”.

Secondo la tesi difensiva, sostenuta dai legali Antonio Quinto e Luigi Corvaglia, l’iter fu regolare, perché la legge (art. 128, comma 8, d.lgs n. 163/2006) consente l’affidamento diretto dei lavori (quindi senza gara) per importi inferiori a 40mila euro. Tesi questa che convinse il giudice Michele Toriello a respingere la richiesta di una misura interdittiva dai pubblici uffici invocata dalla Procura e che i difensori sosterranno anche a dibattimento.

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