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Cronaca Nardò

Accoltellamento di un giovane e colpi di pistola in aria, assolto un 36enne

Cosimo Damiano Prete era finito al banco degli imputati con l’accusa di aver tentato di uccidere un 23enne la notte di San Lorenzo del 2017. Ma per i giudici è innocente

NARDO' - Non fu lui, Cosimo Damiano Prete, 36 originario di Copertino, ma residente a Nardò, a tentare di uccidere un 23enne, la notte di San Lorenzo, nel corso di una lite causata da futili motivi. Lo ha stabilito il collegio della prima sezione penale del tribunale di Lecce (composto dal presidente Stefano Sernia e dai colleghi Maddalena Torelli e Michele Guarino) che ha assolto l’imputato con formula piena “per non aver commesso il fatto”.

Le accuse che nel marzo del 2018 gli costarono l’arresto e poi il processo erano di tentato omicidio, porto e detenzione di armi e minaccia. Ma al termine del dibattimento, la stessa pubblica accusa, rappresentata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, aveva chiesto la condanna a nove mesi di reclusione solo per quest’ultimo reato.

Durante l’istruttoria, nel corso della quale sono stati ascoltati numerosi testimoni, la tesi accusatoria aveva cominciato a vacillare: il padre e il fratello della vittima avevano in parte ritrattato le accuse e la stessa vittima aveva rimesso la querela e ritirato la costituzione di parte civile.

Le motivazioni della sentenza non sono ancora note, ma stando a quanto sostenuto dall’avvocato difensore Giuseppe Bonsegna, Prete ebbe soltanto un acceso diverbio con il 23enne, ma non fu lui ad aggredirlo prima sferrandogli colpi in testa con una bottiglia di vetro, poi a ferirlo al petto con un coltello, né fu lui a esplodere successivamente dei colpi di pistola in aria, la notte tra il 10 e l’11 agosto del 2017, a Sant’Isidoro, marina di Nardò.

Certo è che il 23enne non restò indenne all’aggressione: si recò presso l’ospedale di Copertino, dove fu visitato e poi dimesso con prognosi di dieci giorni. Dopo le iniziali reticenze la vittima indicò in Prete il responsabile, tanto che quest’ultimo fu poi destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Nessuna delle accuse, però, ha infine retto nel processo.

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