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Cronaca Minervino di Lecce

Accoltellò per strada l’ex fidanzata: respinta la richiesta di abbreviato

La Corte d’Assise di Lecce ha rigettato l’istanza di rito alternativo avanzata dalla difesa di Salvatore Carfora, il 38enne di Torre Annunziata che il 1° febbraio scorso uccise a Specchia Gallone, a Minervino di Lecce, Sonia Di Maggio, di 29 anni, con trentuno coltellate

MINERVINO DI LECCE - Procederà con il rito ordinario il processo nei riguardi Salvatore Carfora, il 38enne di Torre Annunziata che il 1° febbraio scorso uccise per le strade di Specchia Gallone, a Minervino di Lecce, la ex fidanzata Sonia Di Maggio, di 29 anni, con trentuno coltellate.

Questa mattina, nell’aula bunker del carcere di Lecce, la Corte d’Assise presieduta dal giudice Pietro Baffa, (a latere, la collega Francesca Mariano e i giudici popolari) ha respinto la richiesta di rito abbreviato avanzata dal difensore Cristiano Solinas, poiché la legge (la numero 33 del 12 aprile 2019) vieta l’applicabilità del rito speciale (che consente di beneficiare dello sconto di un terzo della pena) per i delitti puniti con l'ergastolo, è stata ritenuta legittima dalla Corte Costituzionale con la sentenza 260 del 2020.

Per le stesse ragioni l’istanza era stata ritenuta inammissibile già dalla gip Giulia Proto, la stessa giudice che aveva arrestato Carfora e disposto il giudizio immediato.

Pur consapevole che la richiesta non sarebbe stata accolta neppure questa volta, il legale l’aveva presentata comunque per due motivi: la norma in futuro potrebbe subire delle modifiche e al termine del dibattimento potrebbero non venire riconosciute proprio quelle aggravanti contestate al reato di omicidio, per le quali oggi l’imputato rischia il massimo della pena.

La Corte ha così proceduto all’ascolto degli investigatori che svolsero le prime indagini e il compagno della madre della vittima riguardo al rapporto burrascoso di questa con l’assassino.

Così andarono i fatti secondo le indagini condotte dal pubblico ministero Alberto Santacatterina: il 38enne lasciò Napoli per Minervino, dove si era trasferita la vittima avendo intrapreso una relazione con un giovane del posto; scese dall’autobus per raggiungere la ragazza mentre era per strada in compagnia del nuovo fidanzato, e scatenare contro di lei la lama del coltello tenuto fino a quel momento nella cintola dei pantaloni, soprattutto in direzione della gola e del volto.

Nel fascicolo dell’inchiesta sono finiti numerosi sms di minacce in stile mafioso che Carfora (con precedenti per rapina, lesione personale aggravata, furto con strappo) avrebbe indirizzato alla coppia: “Due morti che camminano”, “e meglio che rinuc a Sonia si no ti fac fa na brutta fin decid bene”; “nn sai contro chi ti sei messo".

Per questo, oltre al reato di omicidio, è contestato anche quello di stalking.

L’imputato non era presente perché ha rinunciato a comparire, mentre in aula c’erano la sorella della vittima, Mary, la madre Sabrina Lombardi e il padre Mario, tutti costituiti parte civile con l’avvocato Vincenzo Blandolino.

Tra le parti civili, c’è anche l'associazione Gens Nova, presieduta dall'avvocato Antonio La Scala e rappresentata dal collega Gaetano Gadaleta, che ha come oggetto sociale la tutela dei minori e delle persone delle cosiddette fasce deboli.

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 18 gennaio 2022 per l'ascolto del medico legale e degli ulteriori testimoni del pubblico ministero.

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