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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Otranto

Ad Otranto contro ogni precarietà: “Cultura e informazione non sono hobby”

La Settimana della Cultura dedica stasera un appuntamento ad "Informazione precaria", la rete dei giornalisti del Salento, che lotta per affermare la ragione dell'equo compenso. Sul palco di Largo Alfonsina, volti e racconti

OTRANTO - L’impegno per la pace non può prescindere dalla cultura dei diritti e del rispetto della persona. È su questa base che il Club Unesco di Otranto presenta la Quinta edizione della Settimana della Cultura, con l’obiettivo di sensibilizzare i partecipanti all’evento sui temi che rappresentano fondamenti del proprio bagaglio statutario.

Proprio in virtù del rispetto dei diritti, il Club Unesco di Otranto ha inteso dedicare la manifestazione di quest’anno ad una battaglia che riguarda il mondo dell’informazione e che si gioca sul tema dell’equo compenso, ossia di una retribuzione dignitosa per i lavoratori dell’informazione. Per questo viene sposata in toto la causa di “Informazione precaria”, la rete dei giornalisti che dal Salento si è diffusa nel resto d’Italia e che, sulla questione dell’equo compenso, sta portando avanti, con l’aiuto dell’Ordine, un disegno di legge da far approvare in sede parlamentare.

L’intera manifestazione sarà, dunque, dedicata alla precarietà del mondo dell’informazione, unita a quello del mondo della cultura, al grido di “Cultura ed informazione non sono hobby”. Nella serata del 5 agosto, in Largo Porta Alfonsina, una delegazione di “Informazione precaria” sarà presente sul palco per raccontare la propria esperienza e sensibilizzare il pubblico sulla causa.

“Non c’è pace senza diritti e non ci sono diritti – precisano dal Club Unesco di Otranto - senza il riconoscimento della dignità delle persone. Su queste convinzioni, abbiamo sposato la causa di Informazione precaria, prestando il nostro evento come piccola cassa di risonanza sulla precarietà che affligge il mondo dell’informazione e che si estende anche alla cultura”.

"La professione giornalistica – dichiara Gabriele De Giorgi, portavoce di Informazione precaria - e, più in generale, il mondo dell'informazione vivono una condizione paradossale. Raccontano la precarietà degli altri mentre tacciono la propria. Eppure una parte sostanziale dell'attività quotidiana di tv e testate, a maggior ragione nelle realtà locali, ma non solo, poggia sulla dedizione e sul sacrificio di figure retribuite con cifre che sono paragonabili soltanto a quelle dei migranti occupati nei lavori stagionali nei campi”.

“Nessuna tutela – prosegue -, zero diritti. Nel momento in cui il disegno di legge sull'equo compenso - faticosamente sopravvissuto alle secche parlamentari e alle trappole degli editori - resta appeso alle perplessità del ministro Elsa Fornero, nonostante le nette prese di posizione del Presidente della Repubblica e dei presidenti di Camera e Senato, il coordinamento di Informazione precaria è impegnato in un'opera di sensibilizzazione dell'opinione pubblica il cui scopo è quello di ridare dignità ad un settore strategico per la normale vita democratica del Paese".

 

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