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Cronaca Centro / Via XXV Luglio

Addetti alle pulizie delle scuole in rivolta: "Spiccioli nelle nostre tasche"

Un centinaio di persone ha reclamato la stabilizzazione sotto la prefettura, bloccando il traffico, in contemporanea con un incontro che si tiene al Miur

LECCE – Sono scesi di nuovo in strada gli addetti alle pulizie degli edifici scolastici, per rivendicare la continuità occupazionale ed un reddito dignitoso che permetta di sfamare le loro famiglie. Questa mattina un centinaio di persone si è data appuntamento davanti alla prefettura di Lecce, armata di striscioni e fischietti e, verso le 11.00, è iniziato il primo blocco stradale lungo l’arteria di via XX luglio.

Il traffico congestionato, come spesso accade nel corso di questo tipo di manifestazioni, ha reso ancora più accesi i toni di un protesta esasperata. La mobilitazione è stata organizzata dal sindacato Fsi in concomitanza con l’incontro che si sta tenendo a Roma, presso la sede del Miur, tra i vertici del sindacato ed il sottosegretario di Stato, Vito De Filippo.

La vertenza, infatti, ha ramificazioni complesse su tutto il territorio nazionale e coinvolge quasi 800 persone nella sola provincia di Lecce: lavoratori ex Lsu entrati nel giro di appalti che fa capo all’azienda capofila Dussmann e, ancora più in alto, alla gara Consip finita nella bufera delle inchieste giudiziarie.

Intanto, nelle tasche dei lavoratori, sono arrivati gli spiccioli: attualmente gli operatori riescono a percepire circa 200 euro al mese, a fronte di una prestazione di appena 1 ora e mezza al giorno, 2 se va bene, oppure rosicchiando qualcosa dall’istituto della banca ore. Questo miserevole stipendio è stato integrato e portato ad una soglia decente grazie all’integrazione permessa dal progetto “scuole belle”, pensato per occupare la vasta platea degli ex Lsu con lavori di piccola manutenzione delle strutture scolastiche.

Il progetto, scaduto alla fine di novembre del 2016, è stato prorogato fino all’agosto del 2017 per mezzo di un’intesa raggiunta con i confederali di Cgil, Cisl e Uil. Nel frattempo, a garantire il sostegno al reddito, è subentrato il nuovo ammortizzatore sociale chiamato Fis.

Cosa è accaduto quindi? Che, per un intoppo di natura burocratica, il Fis non è ancora stato erogato dall’Inps, mentre il progetto “scuole belle”, seppur prorogato, non è mai partito. Questo scenario preoccupante è confermato dal delegato sindacale Fsi, Renato De Blasi: “Il progetto ci ha permesso di ottenere un reddito base, uguale per tutti, a fronte di un impegno lavorativo di quasi 7 ore al giorno. Da dicembre siamo ritornati alla situazione precedente. Il problema è annoso e si è verificato nel momento in cui l’azienda capofila Dusmann si è aggiudicata l’appalto con una gara giocata al ribasso del 60 percento”.

“Questo giro di aziende e subappalti non è neppure conveniente: la stabilizzazione delle persone potrebbe invece portare a notevoli risparmi complessivi – aggiunge lui-. A noi poco interessa il nome dell’azienda che ci assume: ciò che conta è che ci venga garantita la continuità lavorativa e un reddito stabile e dignitoso”. A margine della manifestazione, i sindacalisti hanno incontrato il prefetto di Lecce per fare il punto della situazione e chiedere un intervento su una vertenza che si ripropone ciclicamente, senza giungere mai ad una soluzione. 

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