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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Tricase

Adelchi, Bnl deve risarcire 7 milioni. Adusbef invita a controllo estratti conto

Il tribunale di Lecce ha stabilito che il credito vantato dall’agenzia bancaria è inesigibile, perché l’interesse anatocistico è illegale. Giunge a un punto fermo, non già alla fine, la vicenda legale che vedeva il calzaturificio opposto alla Banca Nazionale del Lavoro nella causa

LECCE – Giunge a un punto fermo, non già alla fine, la vicenda legale che vedeva il calzaturificio Adelchi opposto alla Banca Nazionale del Lavoro in una causa per presunti interessi non pagati dal primo e che si è invece trasformata in una condanna per anatocismo della seconda.

L’anatocismo, in parole povere, è il reato che persegue l’esazione di interessi maturati su altri interessi e non su somme realmente dovute. Ed è proprio ciò che l’agenzia bancaria di Lecce della Bnl pretendeva dalle ex-clienti.

Il Tribunale civile di Lecce, per tal motivo, ha accolto la domanda avanzata cinque anni addietro dalle due società salentine, la Nuova Adelchi S.p.a. e il Calzaturificio Adelchi, entrambe difese dall’avvocato Antonio Tanza – vicepresidente nazionale di Adusbef – con cui le stesse citavano in giudizio l’agenzia di Lecce della Bnl s.p.a. al fine di accertare e dichiarare l’invalidità a titolo di nullità parziale del contratto di apertura di credito utilizzato con scoperto in conto corrente.

Con sentenza numero 4353 del 2014 del 17 novembre 2014, il giudice Anna Francesca Capone, non solo ha accolto l’istanza promossa dall’associazione dei consumatori, ma ha dato torto alla Banca che, a sua volta, si era costituita in giudizio opponendosi alle richieste di accertamento del presunto credito delle società e avanzando la pretesa di condanna delle aziende salentine, che presso la banca avevano aperto il conto, per un credito di 8 milioni 95mila 420,38, oltre interessi.

La Bnl, così, è stata condannata al pagamento della somma di 7 milioni e 281mila 491,27, con una forbice di 15 milioni 376mila e 911,65 in favore delle clienti.

Come documentato nella perizia econometrica redatta dai commercialisti dell’Adusbef, in relazione alle clausole di determinazione e di applicazione degli interessi ultra-legali, di determinazione e applicazione dell’interesse anatocistico, all’applicazione della provvigione di massimo scoperto, degli interessi per giorni valuta, dei costi, delle competenze e remunerazioni a qualsiasi titolo pretese. Insomma considerato che tutto era accampato sul nulla, nulla può essere ristorato alla banca. Mentre tanto va restituito alle aziende che anche in seguito a tali circostanze si erano ritrovate in regime di concordato preventivo.

“Questa sentenza – ha dichiarato Antonio Tanza – rappresenta un’ancora di salvezza per tutti quegli imprenditori in crisi (e oggi sono, purtroppo, tanti) che conservano ancora gli estratti conto, e che non sanno di avere tra le mani un tesoro, o meglio,  la loro possibilità di svolta, recuperando il maltolto, grazie al lavoro delle associazioni di consumatori”.

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