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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Aggressione a coppia di imprenditori: tre le condanne in abbreviato

Due anni e 4 mesi dal pena inflitta per le tre persone coinvolte nell'inchiesta sull'aggressione compiuta, il 18 febbraio 2011

LECCE – Si è chiuso con tre condanne, a due anni e quattro mesi di reclusione (il minimo della pena) il giudizio con rito abbreviato per le persone coinvolte nell’inchiesta sull’aggressione compiuta, il 18 febbraio 2011, nei confronti di Fabio Margilio, e di sua moglie, Alessandra Ruggeri (imprenditori e soci di maggioranza di una società operante nel settore dei servizi socio-assistenziali). Condanna per Giuseppe Calogiuri, 47 anni, presunto esecutore materiale dell’aggressione, per cui l’accusa aveva chiesto una condanna a 2 anni e otto mesi. L’uomo è stato riconosciuto dalla Ruggeri, nel corso di un cosiddetto confronto all’americana, come l’uomo che aveva perso la mascherina che indossava quella sera. Le altre due persone coinvolte sono Antonio Greco, 59 anni (per lui la richiesta la pena più alta, 3 anni e due mesi, perché rispondeva anche dei reati di violenza privata e diffusione di notizie coperte da segreto, da cui è stato assolto con formula piena: perchè il fatto non sussiste), considerato il mandante dell’aggressione; e Vincenzo Franco, 49 anni, cognato di Greco.

Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Silvio Verri, Luigi Rella, Luigi Covella e Gianni Gemma. I coniugi Margilio sono assistiti dagli avvocati Giuseppe Bonsegna, Amilcare Tana e Giuseppe Serratì. La sentenza è stata emessa dal gup Carlo Cazzella, che ha stabilito per le parti civili un risarcimento da quantificare in sede civile e una provvisionale di 10mila euro per Margilio e 5mila per Ruggieri. Le motivazioni della sentenza saranno depositate tra novanta giorni.

I coniugi Margilio furono vittima di un’aggressione consumata con estrema ferocia e determinazione nei pressi della loro abitazione. Ad agire furono due persone che attesero, nascosti nell'oscurità, che marito e moglie tornassero nella propria abitazione: una villa isolata in via Maria Grazia Cutuli, una traversa di via Vecchia Frigole.

I due malviventi assalirono i coniugi con un bastone di ferro, ferendo gravemente alla testa l'uomo. La moglie, che assistette alla scena, con le sue urla attirò l'attenzione di due sue nipoti che stavano anch'esse rientrando in casa; così il secondo aggressore cercò di colpirla alla testa intimandole in dialetto leccese di stare zitta.

Poi i due fuggirono via, lasciando cadere per terra il bastone sporco di sangue e la mascherina con cui avevano coperto il viso. Fabio Margilio riportò un trauma cranico commotivo con vasta ferita lacerocontusa e traumi multipli guaribili in quaranta giorni; la donna, lesioni più lievi, con una prognosi di sette giorni. Gli inquirenti sono partiti dalla denuncia della coppia e dalle dichiarazioni delle nipoti, uniche testimoni dell'aggressione, per ricostruire l'accaduto e mettersi sulle tracce dei responsabili, iniziando a seguire una pista riconducibile all'attività lavorativa delle vittime, soci di maggioranza della società Ideass, che si occupa della gestione di alcune case di cura.

Una pista che ha condotto gli investigatori a scoprire che i due, negli ultimi tempi, avevano avuto dei contrasti con un altro loro socio, Antonio Greco, che aveva intrapreso per proprio conto un'attività analoga a quella svolta dalla Ideass, intestandola a propri familiari e che per questo era stato allontanato dalla società.

Il cerchio si è stretto proprio attorno a Greco quando la donna ha riconosciuto in foto (seppur a distanza di mesi), uno dei suoi aggressori, un dipendente del cognato di Greco. Un tassello importante nelle indagini che ha portato gli inquirenti a ritenere, attraverso una serie di riscontri di carattere investigativi, l'ex socio dei coniugi Margilio il mandante dell'aggressione.

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