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Cronaca

Agguati a Casarano, prefetto chiede indagini patrimoniali e più militari

Il sindaco Stefano: "E' ora di fare pulizia". Indagini: due individui noti alle forze dell'ordine accompagnati in caserma per la prova dello stub. Controlli in casolari e testimoni interrogati

LECCE – E’ ancora intubato e sedato nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lecce Luigi Spennato, il 41enne ferito gravemente nella serata di lunedì, sulla serra di Casarano. Diciotto i colpi di kalashnikov e di pistola, rispettivamente calibro 7,62 e 9: almeno la prima, arma proveniente quasi certamente dall’est Europa.

I colpi esplosi dai suoi aguzzini hanno crivellato sia la vettura del 41enne, la Fiat Punto, che si trovava sulla via del ritorno, ormai a casa, sia il capo e la spina dorsale. Alcuni proiettili hanno infatti attraversato letteralmente la testa, procurandogli lesioni gravi al nervo ottico: Spennato ha definitivamente perso la vista. E il personale medico del "Vito Fazzi" non esclude che possa inoltre restare paralizzato, a causa dei proiettili che gli si sono conficcati nella schiena. Due cugini, entrambi di Casarano, nelle ore successive al tentato omicidio, sono stati accompagnati in caserma, per essere sottoposti alla prova dello stub: un test che rileva, attraverso un tampone, l’eventuale presenza di polvere da sparo sul corpo dei sospettati. Entrambi sono noti alle forze dell'ordine.

Si tratta di accertamenti dovuti da parte dei militari dell’Arma, i quali hanno anche setacciato casolari e abitazioni della zona, per ora concentrandosi esclusivamente sulla cittadina del basso Salento. Sono anche numerosi i testimoni ascoltati dagli investigatori, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lecce. Parenti e conoscenti in primis, per carpire eventuali, recenti dissapori con qualcuno, dopo l’agguato mortale teso a un altro casaranese ritenuto vicino agli ambienti di Spennato: Augustino Potenza.

In casa, al momento del secondo episodio, quello di lunedì sera, vi erano la madre e il padre di Spennato, ma anche la moglie, il fratello e altri parenti. Sono stati questi ultimi ad uscire per strada, ritrovandosi davanti al corpo del 41enne, accasciato nell’abitacolo. E poi ad allertare immediati soccorsi, nonostante la disperazione del momento.

“Ben vengano i rinforzi a Casarano. E’ il momento di fare pulizia da alcune situazioni che riguardano una guerra in atto e che, evidentemente, erano sotto la cenere”. Sono le parole del sindaco della cittadina, Gianni Stefano, al termine di un consiglio comunale che ha affrontato altri punti all’ordine del giorno ma che, inevitabilmente, ha toccato anche la spinosa questione di una scomoda attualità criminale.

Contemporaneamente, a una cinquantina di chilometri da piazza San Domenico dove era in corso l’assise, si è anche svolto un incontro negli uffici della prefettura di Lecce, per discutere di ordine e sicurezza alla luce egli ultimi, inquietanti episodi, nel Tacco. In viale XXV Luglio vi erano anche il sindaco di Lecce, ufficiali delle forze dell’ordine e, ovviamente, il prefetto di Lecce, Claudio Palomba. Lo stesso che, un paio di settimane addietro, ha avanzato la proposta a Casarano di un protocollo per la legalità, sulla falsariga di quello già adottato nella Città Bella.

Così, in mattinata, mentre consiglieri e assessori del basso Salento hanno gettato le basi per la stesura del documento, che dovrebbe essere sottoscritto a stretto giro, il prefetto ha preannunciato che avanzerà al ministero dell’Interno la richiesta di militari per rimpolpare le caserme. Ha dichiarato che formalizzerà la richiesta, preannunciando telefonicamente la sua intenzione per velocizzare la pratica. Quanti militari in più? Ancora non lo sa, le unità da richiedere non sono state quantificate.

“Sindaco, crede in tutta sincerità che più militari saranno sufficienti per far fronte all’emergenza?”, gli abbiamo chiesto. Accettata di buon grado la proposta del prefetto, il primo cittadino Stefano ha però indicato un’altra soluzione: l’istituzione di un Tribunale per il Basso Salento. “Occorre averne un altro, un’altra procura interessata a un territorio colpito dai fenomeni criminali. Se si è arrivati a sparare, bisogna alzare il livello di attenzione”, dichiara.

Alla domanda: “Sindaco, ma Casarano è o non è mafiosa?”, Stefano risponde come se a chiederglielo fossero ormai in tanti. “Lo ribadisco, Casarano non è mafiosa. Ci sono sacche di criminalità, è un dato di fatto, ma questo non porta l’amministrazione ad essere connivente come qualcuno ha lasciato intendere. Il fenomeno esiste ed è in una fase acuta, ma voglio evidenziare il lato laborioso e onesto di questa comunità”.

Intanto, il prefetto Palomba promette di dichiarare guerra ai gruppi criminali non soltanto con i protocolli (“Strumento che offre risultati nel medio e lungo periodo”), né soltanto attraverso il monitoraggio di bar ed esercizi commerciali, come è già avvenuto a Gallipoli (proposta che aveva avanzato in sede di consiglio comunale monotematico due settimane addietro). Il prefetto ha preannunciato, infatti, prossimi accertamenti, in collaborazione con la guardia di finanza, di natura fiscale. Su determinati individui già tenuti sotto osservazione, scatteranno indagini patrimoniali: solo così sarà possibile indagare sulle contraddizioni tra i tenori di vita e gli introiti dichiarati di alcuni cittadini del luogo.

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