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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Alessano

Simula la febbre per tagliare la coda al supermarket, anziana nei guai

Aveva fretta, ha confessato ai carabinieri. Che hanno denunciato ad Alessano per procurato allarme una donna di 78 anni. Qualche colpo di tosse, poi la richiesta agli altri clienti in coda. Inutile dire che ha scatenato apprensione

ALESSANO – In tempi di coronavirus incalzante, la febbre, anche simulata, può essere come un’arma, una pistola puntata alla testa del vicino. E l’italiano, si sa, è maestro indiscusso a livello mondiale in tecniche per tagliare le file. Di certo, non c’è età per godere di una fervida immaginazione e lo dimostra la vicenda che arriva da Alessano, dove un’arguta signora di 78 anni, insegnante in pensione, a un certo punto, stanca della coda interminabile davanti al supermercato Sigma di via Cappuccini - tutti con le loro belle mascherine sui volti e gli indispensabili guanti alle mani, in attesa di afferrare un salvifico carrello della spesa -, ha iniziato a tossire. “Eh, non sto bene, ho la febbre, mi fate passare?”

Nel mondo ante-decreti, davanti a una persona anziana e sofferente, quanti avrebbero negato questo piccolo atto di cavalleria? Tanto più che una simile circostanza non si sarebbe mai verificata all’ingresso, accessibile a tutti in maniera illimitata, quanto alla cassa. Ma ieri pomeriggio, appunto, si era in fila indiana all’esterno, distanziati di un metro o più, come da consigli sanitari, e dichiararsi febbricitanti per muovere a commozione non è stato proprio un colpo di genio. Anzi, se non ha scatenato il panico, poco c’è mancato. E fra l’agitazione del momento, la voce è giunta galoppando all’interno, dove il responsabile del negozio ha pensato bene di interessare della faccenda i carabinieri. Ovviamente, era necessario tutelare i clienti e la struttura.

Quando sul posto è arrivata una pattuglia della stazione locale, ormai conscia di averla combinata grossa, la donna si è dichiarata, scusandosi. “Avevo solo fretta”. Ma la confessione non è bastata. Ci volevano solide prove. E chi, meglio di un medico, avrebbe potuto fornirle? I militari hanno così preso contatto con il medico di base della donna, per una visita urgente. Risultato: nessun sintomo, nessuna linea di febbre. La bugia è venuta a nudo. E ai tempi del coronavirus, succede anche questo: dirsi ammalati in una circostanza simile, può costare una denuncia per procurato allarme. Appunto, quella spiccata nei confronti della nonnina.

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