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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Allarme di Usb: sanità, a rischio anche gli infermieri

Sono 146 le unità di personale che potrebbero essere licenziate dagli ospedali di tutta la provincia di Lecce. "A rischio la sanità pubblica", è l'allarme lanciato dall'Unione sindacale di base

LECCE - La sanità leccese sta per subire un altro, duro colpo: è l'allarme lanciato dall'unione sindacale di base, Usb, che ha annunciato il futuro licenziamento di 146 infermieri in servizio negli ospedali e negli ambulatori di tutta la provincia.

Gli effetti collaterali della nota sentenza della Corte costituzionale del febbraio 2011 che ha dichiarato illegittimo l'articolo 13 della legge regionale omnibus (quella stessa legge che ha dato il via a tutte le internalizzazioni del personale nelle varie Asl pugliesi) cominciano a farsi sentire quindi anche sul personale infermieristico e a breve l'Azienda sanitaria salentina provvederà a notificare le lettere di rescissione dei contratti e quindi di licenziamento collettivo per più di 100 persone.

"Abbiamo appreso dei licenziamenti dalla delibera del 19 luglio della Asl - spiega Salvatore Caricato, dell'esecutivo regionale Usb - e non possiamo credere che dall'oggi al domani queste persone si ritroveranno a casa perchè il danno per il sistema sanitario pubblico sarebbe enorme".

Il rischio paventato dal sindacato è infatti che la mancanza di personale, cronica ormai in tutti i nosocomi e aggravata dall'assenza di personale infermieristico, sarà il pretesto definitivo per chiudere intere unità operative e ambulatori negli ospedali di tutta la provincia.

Le ricadute sui degenti e i cittadini sarebbero, poi, facilmente intuibili: non essendo garantito il livello minimo di assistenza "le persone dovranno ricorrere alle strutture private o riprendere i viaggi della speranza verso altre regioni", conclude il sindacalista che su questo punto chiederà un incontro urgente con i vertici della direzione sanitaria locale.

Del resto, secondo il sindacato, lo stillicidio di personale nella sanità regionale era cominciato ben prima: già con la precedente amministrazione dell'attuale ministro Raffaele Fitto, due leggi pugliesi, la 28 e la 32, avevano bloccato le assunzioni nel sistema sanitario regionale. L'impugnazione da parte della presidenza del Consiglio dei ministri della legge regionale 4 dell'attuale governo Vendola, avrebbe chiuso il cerchio di un percorso già iniziato, quindi, molto tempo addietro. E si fa sempre più concreto il rischio di nuove proteste e occupazioni alla Asl, sulla scia di quanto già accaduto per i dipendenti delle ditte esterne e per il personale del 118.

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