LECCE - Sarà un processo a chiarire se è vero che le sue furono solo battute scherzose o se invece fece avance e palpeggiò sei studenti, tra i 14 e i 16 anni, che ogni giorno accompagnava a scuola con il suo autobus.

Violenza sessuale e adescamento di minori sono le accuse per le quali un 48enne residente in un comune del Basso Salento, ai domiciliari dallo scorso 20 gennaio, oggi è stato rinviato a giudizio. All’esito dell’udienza preliminare la giudice Giulia Proto ha dunque accolto l’istanza avanzata dalla Procura - nonostante la difesa avesse sollevato questioni di nullità legate a imprecisioni sulle date degli episodi contestati -  fissando l’inizio del dibattimento al 4 ottobre dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Lecce.
In aula come parte civile ci sarà solo la famiglia di una delle presunte vittime con l’avvocato Gabriella Mastrolia.

Stando alle carte dell’inchiesta, condotta dal pubblico ministero Luigi Mastroniani, l’imputato avrebbe carpito la fiducia degli studenti, attraverso lusinghe, attenzioni e complimenti quali “bello… amore mio… che sei bello oggi, ti trovo molto carino… ti vuoi fidanzare con me?”, o facendo battute incentrate sul sesso, durante le comunicazioni su whatsapp; li avrebbe invitati raggiungerli in casa sua con la scusa di farsi aiutare a manutenere il pulmino, e con due di loro in particolare, che avrebbero accettato la proposta, si sarebbe spinto oltre, costringendoli a subire o compiere atti sessuali nel garage. 
A dare il via all’inchiesta fu la denuncia sporta ai carabinieri, nel maggio del 2022, dal padre di una delle presunte vittime, infastidito proprio dai messaggi inviati dal 48enne al figlio.