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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cavallino

Maneggiava una pistola e partì un colpo che ferì l’amico: due anni e mezzo

Ha patteggiato la pena, il 46enne di Cavallino coinvolto nell’episodio avvenuto lo scorso 8 giugno per i reati di ricettazione, esplosione di colpi d’arma da fuoco e porto d’arma clandestina

CAVALLINO - E’ riuscito a patteggiare due anni e mezzo di reclusione, Rosario De Matteis, il 46enne di Cavallino coinvolto nel ferimento alla coscia con un colpo d’arma da fuoco di un suo compaesano di 39 anni, la notte dello scorso 8 giugno.

La sentenza è stata emessa ieri dal giudice Marcello Rizzo che ha così accolto la richiesta della difesa, rappresentata dall’avvocato Raffaele Benfatto, di concordare la pena per i reati di ricettazione, esplosione di colpi d’arma da fuoco e porto d’arma clandestina, con l'esclusione della recidiva. 

Nei prossimi giorni, il legale avanzerà istanza di revoca dei domiciliari, ai quali l’uomo è tuttora sottoposto. Inizialmente, nei suoi riguardi fu disposto il carcere, ma a seguito dell’interrogatorio di convalida, il gip Sergio Tosi alleggerì la misura cautelare.

Nel confronto, l’arrestato si avvalse della facoltà di non rispondere, lasciando però che venissero acquisite le dichiarazioni già rese davanti ai carabinieri in caserma, dove si presentò spontaneamente il giorno successivo.

In particolare, raccontò che con l’amico si trovava a Cavallino, in via Caprarica, e che mentre maneggiavano una pistola, partì accidentalmente un colpo che ferì quest’ultimo alla coscia. “Chiedevo allo stesso se volesse essere accompagnato in ospedale, ma si rifiutava perché temeva che ci potessero essere conseguenze per me ed essendo mio amico, si rifiutava di farsi accompagnare. Io ho insistito, ma lui è stato categorico. Nell’immediatezza non ci siamo accorti dell’entità e della gravità della ferita. Sono dispiaciuto per quanto accaduto, ho trascorso una notte insonne e ho deciso di costituirmi sin da subito. Volevo già stamattina, ma ho atteso che si liberasse il mio avvocato”: riferì ancora davanti ai militari. La sua versione risultò convergente con quella resa successivamente dalla vittima, inizialmente reticente, che fu soccorsa dal 118 e accompagnata nell'ospedale "Vito fazzi" di Lecce.

De Matteis consentì, inoltre, al personale dell’Arma di recuperare la pistola (una calibro 7,65 con matricola abrasa) indicando il luogo in cui l’aveva nascosta: in aperta campagna, dietro una pietra di un muretto a secco presente sulla strada provinciale Lecce-Lizzanello.

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