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Cronaca

"Anatra zoppa", depositate le motivazioni delle quattro sentenze del Tar

Il presidente sottolinea come i voti validi siano anche quelli ai candidati sindaci, ma sempre relativamente al primo turno

LECCE – Il Tar di Lecce ha pubblicato le motivazioni della quattro sentenze di accoglimento dei ricorsi presentati nei confronti del verbale di proclamazione degli eletti al Comune di Lecce, che è stato annullato con la correzione del risultato elettorale e la sostituzione dei candidati aventi titolo all’elezione.

La prima sentenza è quella redatta personalmente dal presidente del Tar, Antonio Pasca, che ha accolto il ricorso dell’avvocato Pietro Quinto nell’interesse di cinque consiglieri comunali non eletti. La sentenza accoglie integralmente i motivi di ricorso, evidenziando come la norma non lasci spazio ad alcuna interpretazione. Ulteriore motivo di illegittimità della determinazione dell’ufficio elettorale consiste “oltre che nell’eccesso di motivazione, nel travisamento in diritto delle pronunce della giurisprudenza amministrativa dalle quali si è dichiaratamente supportati”. Nella sentenza viene, altresì, richiamato l’insegnamento della fondamentale decisione del Consiglio di Stato del 2010 che interpretò per la prima volta la definizione di voti validi come comprensivi anche dei voti espressi in favore dei candidati sindaci, ma sempre relativamente al primo turno.

Si legge, infatti, nella citata sentenza, che ha trovato conferma nelle numerose e ulteriori decisioni del Consiglio di Stato: “la regola del cosiddetto premio di maggioranza è dunque destinata a subire una deroga in favore del sistema proporzionale nel solo caso in cui le liste diverse da quelle collegate al candidato eletto sindaco abbiano superato il 50 per cento dei voti validi (nel primo turno non essendoci più spazio per i voti di lista nel secondo turno)” e ancora “solo rapportando il 50 per cento dei voti validi al numero complessivo dei voti espressi nel primo turno, compresi quelli per la sola elezione del sindaco, la norma va ricondotta a razionalità”.

La sentenza del presidente Pasca fa proprio anche un argomento svolto negli scritti difensivi e nella discussione orale dal difensore dei consiglieri, l’avvocato Quinto, secondo cui la sentenza del Consiglio di Stato del 2017 e l’inciso in essa contenuto va esattamente interpretato in considerazione del richiamo alla granitica giurisprudenza del Consiglio di Stato, sicché il passo motivazionale invocato è “frutto di mera svista”.

Commentando la conclusione di questa prima fase del contenzioso sulla vicenda amministrativa di Lecce l’avvocato Quinto ha rilevato come in tutte le sentenze i giudici amministrativi abbiano ribadito un concetto di fondamentale rilievo in termini di civiltà giuridica e cioè che “il principio di governabilità deve essere sempre contemperato con il principio di rappresentatività e, anzi, che si assicura la migliore governabilità nella misura in cui si esalta e difende il principio della rappresentatività. L’elettore ha il diritto di essere garantito sulla effettività del suo voto, sicché quando sceglie i propri rappresentanti in consiglio comunale, che è un organo centrale nella vita dell’ente comune, non può vedere dispersa la scelta operata, che è diversa e distinta da quella diretta all’elezione di un altro organo dell’ente comune qual è il sindaco”.

Infine, l’avvocato Quinto sottolinea che il Tar di Lecce non ha proceduto alla riunione dei quattro ricorsi, ma ha redatto quattro sentenze, redatte da altrettanti relatori, ciascuno dei quali ha voluto approfondire la tematica oggetto del contenzioso offrendo anche un autonomo contributo interpretativo della normativa e offrendo, quindi, un panorama di argomentazioni utili non solo per la situazione di Lecce, ma anche per una riflessione più complessiva sulla problematica della cosiddetta “anatra zoppa”.

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