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Venerdì, 29 Marzo 2024
Processo al clan Moccia

Presunti legami con la camorra, revocato obbligo di firma per il consigliere Guido

Dall’udienza tenutasi a Napoli buone notizie per il politico leccese che di fatto è totalmente libero dalle imposizioni derivanti dalle misure cautelari

NAPOLI/LECCE – È stato revocato l’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria a cui era sottoposto il consigliere comunale leccese, Andrea Guido, nell’ambito del procedimento penale in cui è coinvolto e dove s’ipotizzano presunti legami con la camorra. È l’esito che arriva da Napoli, dove, nella giornata di ieri, si sono svolte due udienze: nella pima, inerente il processo partito lo scorso 17 ottobre, è arrivato il rinvio della seduta per carenze di notifiche riguardanti gli altri imputati.

Nella seconda, quella relativa alle istanze presentate al Tribunale del Riesame dagli avvocati difensori di Guido, Andrea Sambati e Ivan Feola, è arrivata la revoca anche dell’obbligo di firma presso la polizia giudiziaria a cui era ancora sottoposto il consigliere comunale rendendolo di fatto totalmente libero da ogni dovere derivante da misure cautelari.

Com’è noto, il procedimento dinanzi ai giudici della prima sezione penale del tribunale di Napoli Nord è il processo al clan Moccia, che vede tra i 47 imputati anche il consigliere di minoranza salentino, con l’accusa di corruzione aggravata dall’aver agevolato il sodalizio camorristico, e, in particolare di aver intascato 4mila euro (su una somma inizialmente concordata che sarebbe stata di 5mila) in due tranche, tra l’aprile e l’agosto del 2017, negli ultimi mesi del mandato (terminato a fine luglio) di assessore nella giunta Perrone, da parte di Francesco di Sarno, 50enne di Napoli, considerato braccio economico del clan.

Il politico leccese, fin dal primo istante del suo coinvolgimento nel procedimento, si è dichiarato fiducioso di dimostrare a dibattimento la completa estraneità ai pesanti addebiti che gli sono costati, tra l’altro, 139 giorni di domiciliari.

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