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Cronaca Specchia

Anna Marra parla di Sonia: "Io aspetto mia sorella"

Ad un anno dalla scomparsa di Sonia la sorella racconta alcuni particolari sul mistero. "Chi ha fatto del male a mia sorella lo ha premeditato. Nelle mie ricerche forse ho incontrato questa persona"

"Potrei aver incontrato, in un anno di indagini, la persona che ha potuto fare del male a mia sorella". A parlare è Anna Marra, 32 anni, la sorella di Sonia, la ragazza di Specchia che dal 16 novembre dello scorso anno è scomparsa senza lasciare traccia. Anna brancola nelle ombre di un mistero fitto. Si è trasferita a Perugia per seguire da vicino le ricerche di sua sorella, scomparsa nel nulla a 26 anni, proprio nella città umbra dove si era trasferita per frequentare l'università. Anna trascorre le sue giornate ripercorrendo i luoghi frequentati da Sonia, l'università, la scuola di teologia dove lavorava come segretaria, incontrando le persone che Sonia conosceva. Ed è proprio durante uno di questi incontri che, ci dice, ho avuto una strana sensazione. Un intuito, che al momento però rimane tale.

"Voglio solo piste concrete - dice- e mi fido degli investigatori che stanno seguendo il caso". E una pista concreta si avrà soltanto nel momento in cui ci saranno i risultati dei Ris sui reperti rinvenuti nei pressi di una fossa, segnalata da fonti anonime alle forze dell'ordine, scoperta in una fitta boscaglia all'interno di un terreno di proprietà della diocesi. E anche questo è un mistero fitto. La fossa viene scoperta alla fine di agosto. In un precedente sopralluogo in zona, da parte della forestale, avvenuto a dicembre, non viene trovata. Potrebbe essere stata scavata successivamente? Nei dintorni vengono trovate delle tracce: un elastico per capelli, un carrello per la spesa bruciato, dei lembi di un sacco di juta, e del nastro isolante. Potrebbero essere stati usati per trasportare un corpo? Un cadavere, poi rimosso successivamente e trasferito altrove. Un'ipotesi avanzata anche dalla trasmissione ‘Chi l'ha visto'. La diocesi, proprio in quei giorni, ordina la ripulitura della zona. Qualcuno ne viene a conoscenza, e decide di spostare il corpo in un luogo più sicuro. Ipotesi, solo ipotesi.

Tuttavia sembra essere l'appartamento di Sonia il luogo dove gli indizi si concentrano. Quell'appartamento che ora è tornato al legittimo proprietario, da dove gli effetti personali di Sonia sono ormai stati portati via. Quello stesso appartamento che è rimasto in balia di chiunque per oltre due mesi prima dall'avvio delle indagini, che invece, proprio qui, si sarebbero dovute concentrare. Perché la persona che ha fatto sparire Sonia ci è entrata la sera del 16 novembre. Anna parla di un testimone che racconta di un uomo vestito di nero che quella sera sale le scale nell'oscurità, si nasconde quando all'improvviso si accende la luce della rampa, entra in casa con le chiavi, fa sparire qualcosa e poi fugge, lasciando aperto il fornello del gas. I primi ad entrare nell'appartamento, ormai vuoto, il giorno dopo, sono i vigili del fuoco, allertati proprio dall'odore. Forse l'obiettivo era quello di depistare le indagini.

Poi c'è il mistero dei test di gravidanza. Sonia, se li fa portare a casa da qualcuno. Una persona della quale si fida e alla quale confida il timore di essere rimasta incinta. Test che non sono mai stati trovati, neanche nella pattumiera. Qualcuno li ha portati via e fatti sparire. Forse proprio la persona che è stata vista entrare in casa, la stessa che guidava un'auto notata a circolare più volte nei paraggi. Forse la stessa persona che aveva tentato di aggredire Sonia, qualche giorno prima. In lacrime lo aveva raccontato per telefono al suo ex fidanzato. "Mi hanno messo le mani addosso", gli confida. Una richiesta di aiuto, che è rimasta inascoltata.

E allora tutto porta a pensare che a fare del male a Sonia sia stato un amante respinto che gli abbia teso una trappola. "Sono convinta che sia stato tutto premeditato - dice Anna - che mia sorella sia stata attirata con l'inganno e poi fatta sparire". Con lei sono spariti anche due telefoni cellulari, che da quel 16 novembre risultano muti. "Aspetto mia sorella -dice Anna - e non me ne andrò da Perugia sino a quando non avrò sue notizie". E alla domanda: "Hai paura per te stessa?", lei risponde: "A volte sì. Ma penso che farmi del male, in questo momento, non convenga a nessuno". Domani Anna sarà a Specchia per partecipare alla fiaccolata organizzata dal comune per tenere desta l'attenzione sul caso. Perché nessuno dimentichi che nel Salento c'è una famiglia che da un anno vive nell'angoscia. Perché Sonia merita giustizia, perché la nostra terra ha un conto in sospeso con la città di Perugia.

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