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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Anno giudiziario, il presidente Vetrone: “Centinaia di processi rinviati. Giustizia sconvolta”

Il numero uno della Corte d’Appello ha fatto il punto sull’attività segnata dall’emergenza: gli effetti più dannosi si sono riscontrati nel penale. E' andata meglio nel settore civile

LECCE - Un anno orribile, il 2020, durante il quale la Giustizia è stata sconvolta e quasi del tutto paralizzata: il Covid-19 non ha risparmiato nessuno, colpendo soprattutto nella fase 1, gli uffici giudiziari, perché la necessità di frenare la possibilità di contagio ha provocato inevitabilmente una notevole contrazione dell’attività.

E’ soprattutto il settore penale ad aver subito le conseguenze peggiori, in particolare durante il lockdown in cui si è dovuto procedere al rinvio in blocco delle udienze. Gli effetti sono stati inevitabili: accumulo dell’arretrato, crescita inesorabile delle prescrizioni dei reati, centinaia e centinaia di processi rimandati che andranno a ingigantire il carico di lavoro del 2021.

E’ questo il volto della giustizia, sconvolto e provato, descritto dal presidente della Corte d’Appello di Lecce Lanfranco Vetrone, in occasione della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario (qui, il video) che si è celebrata in mattinata nel Palazzo di giustizia di viale Michele de Pietro.

Davanti a un pubblico, contenuto a poco più di settanta partecipanti proprio a causa dell’emergenza, il numero uno della Corte ha presentato la relazione sul periodo che va dall’inizio di luglio 2019 a fine giugno 2020: nella fase iniziale dell’emergenza, l’attività giurisdizionale è stata quasi del tutto sospesa, avendo fatto eccezione, nel civile, le udienze urgenti che riguardavano i minorenni e i rapporti familiari e, nel penale, le convalide di arresto e di fermo, oltre le udienze nei procedimenti a carico di detenuti, se questi o i difensori avessero chiesto di procedere, tramite videoconferenza.

La cerimonia per l'inaugurazione dell'anno giudiziario

La tecnologia è stata certamente d’aiuto, soprattutto nel civile, dove il processo è diventato quasi del tutto telematico, e che ha potuto giovarsi della modalità della trattazione scritta, senza subire gravi rallentamenti come invece nel penale, dove quando è stato possibile impiegarla, non sono comunque mancati i problemi, dovuti alla connessione, all’insufficienza di supporti tecnologici e all’assenza di personale tecnico qualificato.

La crisi ha tuttavia determinato una forte riduzione della domanda di giustizia, anche in considerazione del fatto che il lockdown ha ostacolato la commissione di alcuni tipi di reati (come spaccio, furti, e rapine), e quindi una minore attività per gli uffici requirenti. Questi sono riusciti comunque a fronteggiarla. Stando ai numeri forniti dal procuratore Leonardo De Castris: a fronte di un calo dei procedimenti pervenuti (5201 nel primo semestre 2020 contro 6151 del secondo semestre 2019) è diminuito il numero di quelli definiti: 5752 procedimenti conclusi nel primo semestre 2020 contro i 7609 procedimenti conclusi nel secondo semestre 2019.

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