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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Anno giudiziario, Tanisi: “La Giustizia annaspa tra mille difficoltà”

Nonostante le problematiche, secondo il presidente della Corte d’Appello di Lecce ci sono buone notizie: sono diminuiti gli omicidi e i reati ambientali e le pendenze civili e del lavoro

LECCE - Non è una bella fotografia della Giustizia, quella presentata dal presidente della Corte d’appello di Lecce Roberto Tanisi, in occasione della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è celebrata questa mattina nel Tribunale di viale de Pietro: “E’ quella di un’amministrazione che annaspa tra mille difficoltà di un sistema asfittico, privo di risorse, ingabbiato in una miriade di adempimenti burocratici che mortificano l’aspirazione dei cittadini e dei magistrati ad una Giustizia celere, efficace ed efficiente; nonostante l’impegno e l’abnegazione di quanti, magistrati, avvocati, dirigenti e funzionari, provano, ciascuno per quello che gli compete, a migliorare l’attuale stato di cose”.

Video | L'analisi del presidente Tanisi

Alla vigilia della giornata della memoria, Tanisi ha voluto ricordare i 70 anni dal varo della Costituzione e dalla istituzione della Corte d’Appello di Lecce, ma anche che nell’anno appena trascorso c’è stato un altro anniversario, non lieto, ma “terribilmente nefasto”, gli 80 anni dall’approvazione delle leggi razziali. “Dovremmo fare memoria di quella tragedia perché purtroppo la Storia trascorre, ma talvolta si ripropone in una sorta di “eterno ritorno”, se è vero che anche oggi in Italia sono in aumento i reati di violenza con connotazione razziale, facilitati dalle tante parole in libertà che furoreggiano sul palco pubblico e sui social network”, ha affermato il presidente, citando prima Claudio Magris: “La memoria è un valore fondamentale per l’uomo, non è nostalgia del passato, bensì difesa e salvataggio della vita, senso del presente e di ogni esistenza e di ogni valore”.

Le riforme

Gli effetti delle riforme varate nella scorsa legislatura sul settore civile della Corte d’Appello non sono stati positivi così come quegli delle leggi sulla sanità e sull’immigrazione illegale che, stando al presidente, hanno aggravato significativamente il carico di lavoro dei tribunali, e in particolare quello di Lecce, competente in materia di immigrazione. Per Tanisi, l’entrata in vigore del “Decreto sicurezza” non farà altro che aumentare questo carico. Quanto alla prescrizione: “La nuova riforma ci pone davanti al rischio concreto di un allungamento della durata dei processi, già intollerabilmente lunghi, essendo ragionevole ritenere che i giudici, soprattutto quelli di secondo grado, non più sotto pressione, potrebbero per esempio mettere da parte quelle prassi che oggi privilegiano la trattazione dei processi a rischio di prescrizione, non solo per privilegiare quelli con imputati detenuti (com’è doveroso che sia) o, magari, quelli relativi a fatti di più rilevante gravità, ma anche semplicemente per tirare il fiato”. Secondo il presidente, quindi, perché la riforma non si traduca in una più grave ingiustizia, necessita di risorse e di significative modifiche delle regole processuali, così da garantire una celere definizione del processo.

Diversamente dalla Corte d’Appello, alcuni interventi hanno giovato al Tribunale: come gli istituti della non punibilità per particolare tenuità del fatto, della messa alla prova per gli adulti e del Lavoro di pubblica utilità. “Il successo di questi ultimi due istituti fa ben sperare e dovrebbe indurre il legislatore a ripensare il nostro sistema sanzionatorio penale, oggi essenzialmente carcero centrico, privilegiando, almeno per la fattispecie di minor gravità, sanzioni di tipo ripartivo o che comunque contemperino le esigenze retributive (di “castigo” del condannato) con quelle di prevenzione e di “emenda”, di rieducazione e reinserimento sociale del soggetto ci viene irrogata”.

Diminuiscono le pendenze civili e del lavoro

Nonostante tutti i suoi problemi, per Tanisi l’Amministrazione della Giustizia nel distretto può essere valutata positivamente se si considera che nella Corte d’Appello di Lecce, c’è stato un abbattimento delle pendenze civili e del lavoro, passate da 9.117 dello scorso anno a 8mila. Il dato acquista ancora più valore se si considera che le due sezioni, per lunghi periodi, hanno operato ad organico quasi dimezzato, a causa di assenze, prevalentemente dovute a trasferimenti oppure ad altri impegni di natura istituzionale. Il bilancio è positivo anche nel settore penale. Riguardo ai reati di maggiore allarme sociale, sono in leggero aumento quelli associativi di stampo mafioso (55 iscrizioni presso l’ufficio gip/gup di Lecce a fronte delle 40 del periodo precedente), dei reati contro la pubblica amministrazione, delle truffe e delle frodi in danno della Comunità Europea, dei reati contro il patrimonio nei circondari di Brindisi e Taranto, dei reati sessuali e dei delitti di stalking, infine dei reati che derivano da violazioni al codice della strada. Il fatto però che siano a carico di noti mette in risalto l’efficace azione di contrasto delle forze dell’ordine e dell’autorità giudiziaria. Sono invece in calo tutti gli altri reati di maggiore allarme sociale, compresi gli omicidi, e i reati tributari, edilizi e ambientali, mentre stazionario è il dato che riguarda il settore degli stupefacenti.

Il disagio dei minori

Sono aumentati i procedimenti che limitano la responsabilità genitoriale e il dato non rispecchia del tutto una realtà ancor più grave. “Il consumo di stupefacenti e l’abuso di alcol restano le espressioni più frequenti del disagio minorile, spesso colto in ritardo nel suo disvalore dalle famiglie. Permangono le problematiche connesse all’uso degli strumenti informatici in maniera irresponsabile, con conseguente commissione di atti di bullismo e cyber bullismo. Preoccupante appare, infine, l’abbassamento dell’età dei minori nella commissione del primo reato o più genericamente di comportamenti devianti, quasi sempre frutto della mancata o inadeguata risposta ai bisogni educativi dei minori, inseriti in contesti familiari disgregati e multiproblematici o lasciati a se stessi da genitori disattenti e incapaci di adempiere adeguatamente al loro mandato”, l’analisi di Tanisi, secondo il quale, purtroppo, l’intervento del giudice minorile non sempre basta a risolvere queste situazioni, anche a causa del poco tempo che in alcuni casi gli è concesso (quando per esempio il minore è vicino alla maggiore età). La soluzione, quindi, secondo il presidente è intervenire sui minori, con attività di prevenzione e di educazione alla legalità, e sui genitori, offrendo sostegni psico-pedagogici. Nella relazione, inoltre, si legge di un calo delle adozioni e degli affidamenti etero-familiari.

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